(Il Messaggero – A. Angeloni) Preservare De Rossi e magari Kolarov, pungolare Pellegrini, non far abbattere Schick, ripresentare i due squalificati, Dzeko e Fazio più il riposato Perotti, aggiungere l’esperienza di Strootman e Nainggolan e il gioco, più o meno, è fatto. La Roma che martedì affronterà lo Shakhtar è pronta, è quella di Napoli: DiFra ha bisogno di tutti, prime e seconde linee. Stessi giocatori, stesso spirito e possibilmente, spera Eusebio (e non solo), stesso risultato. Una volta, l’11 delle grandi occasioni era diverso, c’era El Shaarawy, l’eroe di Roma-Chelsea, quello che ha dato la spinta ai giallorossi a credere nel passaggio del turno agli ottavi di finale. Stavolta c’è Under, che è diventato un titolare sulla fascia destra e che solo nella gara di andata ha fatto il suo esordio in Champions League. Ma il ragazzino turco è cresciuto e oggi sa far male agli avversari: sei gol nelle ultime sette partite, in rete pure nella sfida di andata in Ucraina. Dopo l’esperimento di venerdì col Toro, il ruolo di centravanti tornerà ad essere di Dzeko, che a gennaio ha rischiato di andare via e che ora è tornato ad essere indispensabile, specie perché Defrel spesso è fuori per infortunio e Schick ha bisogno ancora di lavorare e abituarsi ai movimenti di squadra e con la squadra. A proposito di Napoli, Edin è l’eroe di una settimana fa al San Paolo. Due gol come lo scorso anno, un risveglio che tanti non si aspettavano, così tutto insieme. Contro il Toro è stato fermo per la squalifica e non è dato sapere se “quel momento” poteva essere ripetuto a distanza di pochi giorni. La sua presenza in Champions tranquillizza l’ambiente perché Dzeko è un calciatore di spessore, al di là se segni spesso, poco o mai. La sua presenza si fa sempre sentire. Se El Shaarawy è stato l’eroe di Roma-Chelsea, il bosniaco ha contribuito con due reti alla bella prestazione della Roma allo Stanford Bridge: il sinistro al volo che ha piegato Courtois lo ricordiamo tutti. Rientra anche Fazio, un altro calciatore di esperienza e prenderà il posto di Juan Jesus, che non ha fatto male contro il Torino. «Sarebbe un sogno arrivare ai quarti, abbiamo un piccolo svantaggio ma ci basta un gol per passare il turno. La vittoria con il Napoli ci ha sollevato il morale e ci ha aiutato molto, la gara con lo Shakhtar definirà molto il nostro finale di stagione», le parole di Perotti (a radio Rivadavia), un altro rientro eccellente.
INTENSITÀ – Dicevamo la Roma di Napoli. Al di là degli uomini, quello che vuole l’allenatore, è rivedere lo stesso spirito, la stessa compattezza di squadra. Lo stesso cinismo davanti alla porta (e un po’ s’è visto pure contro il Torino). E’ chiaro che al San Paolo, l’idea tattica era più difensiva: il principio fondamentale era quello di aspettare e ripartire. Contro lo Shakhtar la squadra non ha nulla da aspettare, deve vincere, visto che all’andata ha perso 2-1. Di Francesco vuole una Roma che sappia imporre, e sempre, il suo calcio, ma ha capito bene che in questa fase della stagione questo non è (sempre) possibile. Contro il Torino la squadra ha dimostrato di stare bene fisicamente: il solito calo nella ripresa non c’è stato, anzi la Roma ha finito in crescendo e il meglio lo ha dato proprio nel secondo tempo. Il passaggio del turno non sposta le ambizioni, a Trigoria tutti sanno che vincere la Champions sfiora l’impossibile, ma è troppo importante (per i calciatori e per l’allenatore) crearsi una credibilità europea e (per il club) portare nelle casse un cospicuo gruzzolo di milioni. Che di questi tempi…
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