(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Un tempo per uno fa un po’ più male alla Roma. Il discorso qualificazione resta aperto — grazie al gol di Cengiz Under nel primo tempo, a due paratone di Alisson nel secondo e al salvataggio di Bruno Peres a porta vuota nei minuti di recupero —, ma dopo i primi 45’ nessuno avrebbe pensato a una Roma sconfitta. Un po’ è calata fisicamente la squadra, un po’ è stato pagato un mercato che praticamente non ha dato a Di Francesco un terzino destro di ruolo. Lo Shakhtar ha preparato tutta la partita lì, attaccando sempre Florenzi che terzino vero non è e che ieri era pure debilitato dall’influenza. Fino a che la Roma ha pressato alto, soprattutto con Strootman, la gara è stata in controllo dei giallorossi, poi la Roma ha perso campo e personalità. Peccato, perché nel primo tempo si era vista quasi una squadra sola in campo. Il freddo è quello dei bei tempi andati: si comincia a -7. Di Francesco può cavalcare il momento magico di Cengiz Under e giocare con la squadra titolare. Lo Shakhtar ha in campo cinque brasiliani (Ismaily, Fred, Marlos, Taison e Bernard), più l’argentino Ferreyra: un mix tra Sudamerica e Est Europa che da una quindicina d’anni funziona bene, prima sotto la guida di Lucescu (ieri a vedere i suoi ex ma anche Cengiz, in quanto c.t. della Turchia) e adesso con Fonseca, l’allenatore che si è presentato con la maschera da Zorro in conferenza stampa dopo aver eliminato il Napoli nella fase a gironi.
Quando il pallone diventa davvero pesante, però, non c’è tempo per scherzare e la Roma aggredisce bene la partita. Guadagna un corner dopo pochi secondi con il pressing alto ed è un bel segnale. Il minuto dei rimpianti è il 20’ quando prima Manolas colpisce male di testa su corner di Kolarov e poi Dzeko spreca un assist di Perotti, liberato da un cambio di gioco di Cengiz Under da destra a sinistra. Erano due occasioni chiare per andare in vantaggio e pure meritatamente. Lo Shakhtar rumina calcio, tenendo palla e attaccando sempre e solo sulla fascia sinistra, senza creare troppi pericoli. Le azioni della Roma, invece, sono sempre ficcanti. Al 41’ arriva il premio meritato. È sempre Perotti a cucire l’azione e Dzeko si fa perdonare lo spreco da numero 9 confezionando un assist da puro 10 per Cengiz Under. Il turco non tira benissimo, ma Pyatov riesce solo a deviaree la palla finisce in rete. Quinto gol nelle ultime quattro partite. Quando sei «on fire» il mondo è con te.
La ripresa, però, ribalta completamente il copione. Un errore di Florenzi apre a Ferreyra la strada per il pareggio e, da lì, è soltanto Shakhtar. Alisson fa un paio di miracoli, ma non può nulla sulla punizione di Fred che brima bacia la parte bassa della traversa e poi finisce in rete. Di Francesco, un po’ in ritardo, cambia tutta la fascia destra: fuori Florenzi e Cengiz Under, dentro Bruno Peres e Gerson, che va subito al tiro. Esce anche Nainggolan, che non si è mai visto nel ruolo di trequartista, e anche De Rossi va in debito di forza. Il finale è drammatico, con Ferreyra che pensa di aver già segnato il 3-1 ma si vede stoppato da Bruno Peres. Se il 13 marzo la Roma riuscirà a passare il turno, Brunetto sarà davvero l’eroe per caso.
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