(Gazzetta dello Sport) Per raccontare chi e quanto romanista fosse Gaetano Anzalone, scomparso ieri all’età di 87 anni dopo lunga malattia, bisogna cominciare dalla fine. 16 maggio 1979, in diretta tv, annuncia in lacrime la cessione della società a Dino Viola. L’aveva acquistata il 12 giugno 1971 da Alvaro Marchini per 1 miliardo e seicento milioni di lire, la cede per circa sei miliardi. “Un prezzo inferiore – racconta – a quello che mi avrebbe garantito la Juventus per il solo Pruzzo. Sono un ingenuo, ma non volevo danneggiare la squadra“.
Che la squadra di lì a poco avrebbe spiccato il volo e vissuto sette anni irripetibili – con 1 scudetto, 4 coppe Italia e la maledetta finale di Coppa dei Campioni –, si percepì subito. Il giorno dopo, Nils Liedholm lasciò il Milan e tornò alla Roma (C’era già stato con Anzalone, quattro stagioni alla metà degli anni Settanta). Il 26 maggio, Diego Armando Maradona si esibì per la prima volta all’Olimpico con la maglia dell’Argentina. Durante l’estate, fu subito chiaro e affascinante il progetto che aveva in testa il Barone: la difesa a zona, la mossa che preparò il terreno per la rivoluzione. E il terreno lo aveva messo a disposizione Gaetano Anzalone, quello su cui era sorta la cittadella di Trigoria. Venduto a Viola insieme alla società. Forse la più importante delle eredità lasciate alla Roma e ai romanisti, al pari di un vivaio che sotto la gestione Anzalone cullò decine di talenti, a cominciare da Agostino Di Bartolomei e Bruno Conti, e vinse scudetti e coppe Italia a mani basse, continuando a raccogliere i frutti negli anni di Viola. Per non dire della più grande iniziativa di marketing mai partorita dalla Roma, il lupetto di Gratton, introdotto nel 1978 (e ieri utilizzato dalla società come foto dei profili social).
Con Anzalone la Roma si aggiudicò solo un torneo Anglo-italiano nel 1972. Però, per qualche magico momento la squadra cessò di essere Rometta e la gente tornò ad innamorarsene, riempiendo l’Olimpico. Il 15 dicembre 1974, in uno stadio esaurito, la Roma vinse 1-0 contro la Fiorentina, grazie ad un gol di Penzo. Gli altoparlanti dell’Olimpico diffusero per la prima volta le note di Roma, Roma, Roma. Venditti era solo un giovane cantautore, Gaetano Anzalone già un grande presidente.
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