NAPOLI ROMA – Insigne innesca l’azione, svirgolata di Callejon, gol di Mertens. Nei cromosomi della felicità di questo Napoli c’è il genio di suoi tre nanetti. Non si scappa. Possono cambiare i tecnici, gli schemi, ma questa verità viene sempre a galla. Però Ancelotti ha già cambiato molto.
Il tabù della Roma, per esempio, che nei due ultimi passaggi al San Paolo si era portata via 6 punti. Un gol del belga al 90’ ha interrotto la tradizione. Un punto può sembrare bottino magro, ma intanto permette al Napoli di evitare il sorpasso dell’Inter che però oggi può agganciarlo. Il secondo posto è al sicuro. Può sembrare magro anche alla Roma, che al 90’ si vedeva già a ridosso della zona Champions, ma è stato un punto eticamente importante: sacrificio e concentrazione.
Questo chiedeva Di Francesco, prima di tutto. Stavolta senza bisogno che «le tirassero robaccia addosso», la sua Roma è entrata tosta in partita, ha segnato presto con El Shaarawy e ha lottato bene per difendere il vantaggio. Se confermerà questa anima, con la qualità che ha in rosa, risalirà presto.
Il Napoli ha pagato la notte intensa di Parigi più nella testa che nelle gambe. Ha costruito tanto, concluso a raffica, ammassato 14 corner, ma è mancata cattiveria e lucidità al tiro. Gli undici fuorigioco sono la spia di ridotta attenzione al momento del passaggio o dello scatto.
Se tanta produzione non ha portato a un gol prima del 90’, al terminale Milik deve prudere la coscienza. Facile che ieri molti napoletani abbiano ripensato a Higuain. La Roma ha pagato l’infortunio di De Rossi. Cristante non ha la stessa tempestività nello scarico verticale. Nella ripresa infatti la Roma ha fatto più fatica a ripartire.
(Corriere della Sera)
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