Rassegna stampa
La Roma si rialza e resta in Europa
NOTIZIE ROMA-PARMA 2-1 – L’incubo dei preliminari di Europa League svanisce (per ora) nella notte dell’Olimpico: la Roma entra in campo al 7° posto ma, battendo in rimonta il Parma (2-1), si riprende il 5°, sorpassando il Milan (+2) e agganciando il Napoli.
Il successo, dopo 3 ko consecutivi, è meritato per le chance create, anche se sul risultato pesa la gaffe di Fabbri che non concede il rigore del possibile pari alla squadra di D’Aversa. Commovente il ricordo di Ennio Morricone prima del fischio di inizio: la musica di C’era una volta in America e il patch sulla manica sinistra dei giocatori giallorossi (Grazie Maestro e la sua foto stilizzata).
Fonseca è di parola e limita il turnover per tornare alla vittoria: appena 3 novità dopo il ko del San Paolo (lì cambio dieci-undicesimi della formazione). Entrano solo Peres, Cristante e Diawara. Fa notizia Kolarov, fuori per il 2° match di fila (dentro a metà ripresa). Caccia all’identità perduta. Il sistema di gioco è il 3-4-2-1, più spregiudicato del 5-3-2 di domenica.
L’assetto, in fase offensiva, somiglia quel 3-3-3-1 che funzionò, a gennaio, al Tardini proprio contro il Parma nell’ottavo di Coppa Italia (successo e qualificazione). Cristante, anche in Emilia, arretrò da play in mezzo alla difesa. Ora, mancando Smallin, si piazza tra Mancini e Ibanez. Si alzano Peres e Spinazzola, larghi ma sulla linea di Diawara, play che scherma il trequartista Kulusewski. E sono 3 i trequartisti: da destra Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan che aiutano Dzeko, in serata no, nel pressing. Pure D’Aversa non esagera con la rotazione e, passanso dal 4-3-3 al 4-3-1-2, si accontenta di 4 cambi: Pezzella, Barillà, Kucka e Cornelius non bastano a evitare il 4° ko di fila.
Niente da fare: anche con la difesa a 3 e con 5 giocatori a comporre la linea arretrata, la Roma resta vulnerabile. Alla prima verticalizzazione, su lancio di Iacoponi, il Parma va a dama: Ibanez non si sa che fine abbia fatto, Spinazzola cammina anche se sono passati solo 6 minuti, e Cornelius piomba in solitudine in area. Cristante battezza il suo ruolo calciando l’avversario invece che il pallone. Il Var, cioè Mazzoleni, guida Fabbri. Rigore che Kucka trasforma.
Gervinho riparte ma non affonda e spesso è egoista, i compagni non lo seguono, come se fossero appagati dal vantaggio. Così Pellegrini ne appprofitta e guida l’assalto a Sepe. Che trattiene a fatica il suo destro. Poi ringrazia il palo che lo salva dalla rasoiata. I cross (23 nel 1° tempo) non aiutano la Roma. Decisivo, invece, il contrasto vinto da Peres su Pezzella: l’invito da destra, con velo ancora di Pellegrini, è per Mhkitaryan che, prima del recupero, conclude di forza per il pari e l’8° gol in campionato (il 2° di fila). Delle ultime 15 reti giallorossi, ne ha segnate 5, a conferma di essere ispirato da mesi. Dopo 4 anni, esperienza a Dortmund, torna ad alta quota.
La Roma arriva all’intervallo in fiducia: riusciti il 90 per cento dei passaggi. E tirerà 17 volte verso la porta (4 gli ospiti), 9 nello specchio. D’Aversa toglie Cornelius, inserisce Kurtic, alza Kucka e torna al 4-3-3. Ancora Mkhitaryan che, al 4° assist stagionale, scarica in contropiede per Veretout: destro da fuori, 3° gol in campionato (1° su azione) e rimonta completata come contro la Sampdoria, l’altra vittoria dopo il lockdown. Mazzoleni chiama Fabbri: braccio di Mancini in area. L’arbitro non assegna il rigore e fa arrabbiare il Parma. I giallorossi in contropiede potrebbero dilagare: l’errore peggiore di Villar su assist di Zaniolo entrato per il recupero.
(Il Messaggero)
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