Kostas Manolas

(Corriere della Sera – L. Valdiserri) La Roma di Napoli ci ha messo tanto a presentarsi all’Olimpico. Quasi un’ora. Sono serviti per l’esattezza 56 minuti, nei quali il Torino aveva giocato meglio e creato parecchie occasioni. Come al San Paolo ci ha pensato Alessandro Florenzi, che quando sale il tono emotivo c’è (quasi) sempre: sabato scorso aveva pennellato un cross perfetto per Dzeko (e fu il 2-1), ieri sera si è ripetuto con Manolas. L’incornata del greco è stata a colpo sicuro e la partita si è decisa lì. Commovente la dedica a Davide Astori, da difensore a difensore, mentre Daniele De Rossi, che ha segnato il 2-0, non ha avuto la forza di esultare per il gol. Ognuno vive il dolore a modo suo e l’Olimpico, in questo, è stato esemplare ed empatico verso quel ragazzo che ha vissuto un sogno troppo corto. Si può discutere sull’idea di non fare un vero minuto di silenzio, ma di mettere «Le rondini» di Lucio Dalla in sottofondo. In ogni caso non è sembrata una mancanza di rispetto, ma la ricerca disperata di un briciolo di luce e di vita.

La serie A è ripartita così, Roma e Torino l’hanno onorata con pregi e difetti. I giallorossi hanno giocato veramente male nel primo tempo — tutti fermi ad aspettare il pallone tra i piedi; Schick che sembrava quasi ignorato dai compagni e che si è perso d’animo; ritmo da dopolavoro ferroviario — ma si sono svegliati con il gol di Manolas. Di Francesco aveva sempre perso contro Mazzarri e ha chiuso con un 3-0 che porta tre punti fondamentali per la zona Champions che danno anche morale in vista della gara di Champions League di martedì prossimo (c’è da recuperare l’1-2 contro lo Shakhtar Donetsk). Aver chiuso in crescendo è molto importante in vista della Coppa.

Il Torino ha giocato meglio fino al gol di Manolas, creando parecchie occasioni nel primo tempo. La più clamorosa, però, ha avuto la forza del simbolo, in negativo. Al 35’, su cross di Iago Falque, il migliore dei granata misteriosamente sostituito da Mazzarri nella ripresa, Belotti ha tolto dai piedi di Berenguer un pallone che era un gol già fatto. Gesto involontario, naturalmente, ma decisivo. Un anno fa il centravanti granata avrebbe segnato quel gol anche di pancia, adesso ha praticamente fatto il lavoro di uno stopper. Il Torino ha avuto nel primo tempo anche altre occasioni, ma si è fermato davanti ai propri limiti e alle parate di Alisson, che è sempre decisivo per le sorti giallorosse.

La Roma, adesso, deve preparare la gara di Champions. Di Francesco avrà Dzeko e Fazio riposati, visto che ieri erano ai box per squalifica. Rientrerà di sicuro Perotti, dal momento che El Shaarawy ha di nuovo deluso. Quanto a Schick sembra ancora un corpo estraneo, chissà quanto per sua colpa e quanto per colpe altrui. La Roma avrà il tempo di aspettarlo? Ma questo è il futuro, il presente è solo lo Shakhtar, con tutti i milioni che la Champions può portare.



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