(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Molti allenatori dicono che, nelle settimane con tre partite, la più pericolosa è quasi sempre la terza. Non lo è stato per la Roma, che ha chiuso già nel primo tempo l’impegno contro l’Udinese grazie al sesto gol di Dzeko in cinque giornate, a un bel tiro di collo esterno di El Shaarawy (su assist del bosniaco) e a un harakiri di Larsen, che ha servito un auto-assist per la doppietta del Faraone con un retropassaggio fantozziano al suo portiere (ieri Delneri ha scelto Bizzarri e panchinato Scuffet). L’unica differenza tra la gara di ieri e quelle contro Verona e Benevento è che nel finale, dopo che Perotti aveva sbagliato il primo rigore dopo dieci centri consecutivi in serie A, la Roma ha preso gol all’ultimo minuto, senza pagare dazio ma dimostrando un’umanissima tendenza a distrarsi quando le cose sembrano troppo facili.

Il bilancio del trittico di partite semplici si chiude con 9 punti, 10 gol segnati e uno solo subito, una gestione molto accorta delle energie attraverso un turnover massiccio che anche ieri ha visto andare in campo cinque elementi diversi rispetto a quelli che avevano giocato a Benevento. Di Francesco ha concesso qualche minuto di riposo anche agli indispensabili Dzeko e Kolarov, in vista del secondo impegno di Champions League (mercoledì sera, a Baku, contro il Qarabag) e dello spareggio per le zone alte della classifica di domenica prossima, a San Siro, contro il Milan. Sarà proprio la partita contro i rossoneri la cartina di tornasole sulle condizioni del gruppo giallorosso. Il campionato verrà deciso soprattutto dagli scontri diretti e la Roma, anche se immeritatamente, ha perso il primo, in casa, contro l’Inter.

Gli avversari incontrati in questa settimana erano troppo deboli per costituire un vero banco di prova, ma i miglioramenti sul piano del gioco sono indiscutibili. La Roma sta prendendo gusto a giocare «alla Di Francesco», cioè più in verticale e spesso a due tocchi. Contro avversari non irresistibili, come l’Udinese attuale, pallido ricordo della provinciale che seppe arrivare fino alla Champions League, ha funzionato bene il tridente con Dzeko, Perotti e El Shaarawy. Se sia proponibile anche contro avversari di prima fascia è da dimostrare e passerà sicuramente dalla capacità di sacrificarsi per il compagno che tutti devono avere. In questo senso è emblematico l’assist di Nainggolanper Dzeko sul primo gol: un pallone giocato praticamente da terra, con grinta da vero Ninja.



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