La Roma sull’altalena: con il Cagliari segna, sbaglia, va in crisi e poi si rialza. Adesso è terza

ULTIME NOTIZIE AS ROMA CAGLIARI 3-2 – La Roma chiude l’anno, il primo interamente condotto da Paulo Fonseca, con la vittoria numero 19 in 35 partite di campionato, poco più di un successo su due, e 62 punti. E’ da sola dietro alle milanesi, ma dopo la grandinata rimediata a Bergamo domenica sapersi mostrare quasi asciutta nell’ultimo match del 2020 è il merito più immediato.

Le classifiche che contano sono quelle di fine stagione, non sui dodici mesi: la Roma ha mancato l’ingresso in Champions nel campionato finito in agosto, adesso lo sta cercando e resta nella zona che conta, è terza, anche se le paure non sono passate: comanda tre quarti di partita, potrebbe segnare di più per evitarsi i brividi, non ci riesce e si perde per un terribile quarto d’ora, quando il Cagliari potrebbe addirittura sorpassarla. La banda di Fonseca riesce però a trovare la forza e le giocate dell’inizio, si riallontana, comunque regala il 3-2 nel recupero. Quasi per ricordarsi che non è guarita del tutto.

Fra i primi a rialzarsi dal 4-1 di domenica c’è Jordan Veretout: il francese aveva lanciato verso la porta Muriel sul terzo gol, adesso invece inizia raccogliendo una pregevole ripartenza in cui ci sono le tracce di come Fonseca voglia spezzettare la protezione a cinque degli avversari: velocità, cambi di campo, verticalizzazioni di prima rasoterra oppure palloni lunghi alle spalle dei centrali sardi.

Dunque Veretout cambia il risultato dopo 11’ con il settimo sigillo stagionale, ma anche Pedro, Cristante e Kumbulla fanno volare Cragno che ha sempre reazioni all’altezza. Il raddoppio mancato anche a inizio ripresa, e ancora da Pedro, impaurisce i tifosi, per il vecchio discorso dei troppi errori che poi vengono puniti. Esatto: la Roma ricade dopo questa chance nei tremori conosciuti, non per niente ha preso 15 reti nel secondo tempo.

Anche se Fonseca cambia due centrali dopo l’Atalanta, con Cristante che rientra a guidare il reparto con Mancini e Kumbulla, davanti a Mirante ad un certo punto si balla. Dopo un’ora i tre difensori sono già ammoniti, perché Joao Pedro nasconde la palla, la trasforma in oro in area: non solo per la doppietta è costantemente il più bravo dei suoi. Chiaro che dopo il 2-0 fallito da Pedro, la Roma si trasformi in peggio: da guerrieri a bambini, di nuovo, per dirla alla Fonseca. Quattro occasioni del Cagliari in una manciata di minuti, fra cui il pareggio del brasiliano e la traversa di Simeone, che avrebbe fruttato il raddoppio.I motivi

Senza Spinazzola a sinistra corre Bruno Peres e dall’altra parte Karsdorp è protagonista: due cross per le reti di Veretout e Dzeko. Il 2-1 del bosniaco, in un’azione stile primo tempo, è anche il segnale che la strizza è passata; il 3-1 di Mancini è anche il frutto dei cambi di Fonseca, con Smalling (assist per il compagno) e Ibanez dentro per risistemare la difesa.

Il Cagliari non vince dal sette novembre, poi quattro pareggi e tre sconfitte. L’anno si chiude con soltanto sei vittorie su 35 uscite, tre allenatori diversi (Maran e Zenga prima di Di Francesco) e tanta speranza che il torneo non riservi gli incubi di quello passato. Anche Di Francesco rimodella il settore difensivo, proponendo i tre centrali come in alcuni scorci delle ultime gare. Ma il centrocampo ansima in inferiorità numerica, poi anche l’infortunio di Rog dopo un quarto d’ora complica i piani. Joao Pedro però non si fa prendere e sono mancate convinzione e fortuna nel colpire di nuovo la Roma che si era smarrita. Oltre a qualche cambio più immediato: Sottil e Pavoletti entrano solo dopo il tris giallorosso.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA