(Il Messaggero – S. Carina) Parola d’ordine: cautela. L’avvicinamento alla gara di sabato con il Napoli non presenta l’emergenza del buco a destra come accaduto il 26 agosto contro l’Inter ma certamente arrivarci in piena salute e con la rosa al massimo della forma è un’altra cosa. La Roma vive una fase di convalescenza per molti calciatori che escono dal monitoraggio e dalla supervisione medica per affacciarsi finalmente nella sfera tecnica. Tuttavia questo passaggio, seppur indice di un passo in avanti, non equivale ad essere pronti per giocare, soprattutto una gara così importante come quella con il Napoli dove il fattore fisico inciderà non poco. Karsdorp, ad esempio, ieri ha svolto un primo allenamento in gruppo pur non partecipando alla partitella finale. Non è da escludere una convocazione che servirebbe più al morale dell’olandese (non gioca dal 14 maggio) che ad un possibile impiego per fronteggiare le accelerazioni di Insigne, le incursioni di Hamsik o le sovrapposizioni di Ghoulam. Discorso simile, se non addirittura più velato di dubbi, per Schick. L’attaccante ceco ieri ha diviso l’allenamento a metà: una parte da solo e una con i compagni, proseguendo nel processo di riatletizzazione. Possibile che tra giovedì e venerdì si alleni stabilmente con la squadra ma troppo a ridosso della gara per pensare – anche in caso di convocazione – di poter incidere come le sue qualità offensive permetterebbero. Senza girarci troppo intorno: non è ancora pronto.

MEDIANA IN AFFANNO Ma non finisce qui. Perché se Fazio, Alisson e Moreno torneranno a Trigoria soltanto giovedì mattina (con probabile lavoro defaticante nel pomeriggio e primo allenamento vero il giorno dopo, ossia la rifinitura) Pellegrini – che sarà della partita alla pari di De Rossi – prima di domani non si aggregherà alla squadra. Dubbi sull’impiego dei due centrocampisti non dovrebbero essercene ma sono entrambi reduci da stop fastidiosi. Discorso leggermente più complesso si profila per Strootman che ieri – a differenza dei due compagni di reparto che hanno lavorato a parte – sul campo non si è proprio visto, rimanendo in palestra.

CANDIDATO D’ORO Una cosa è certa: Di Francesco, almeno a ridosso dei big match casalinghi, non è certamente fortunato. Contro l’Inter fu costretto a tamponare a destra le assenze congiunte di Peres, Florenzi e Karsdorp, con Juan Jesus, un difensore centrale di piede sinistro. Mossa che ebbe effetto per 60 minuti, prima che Defrel – stremato nell’aiutare il brasiliano in fase di copertura – lasciasse il campo, lasciando spazio così a Perisic, mattatore insieme a Icardi della serata. Sabato il tecnico abruzzese sarà costretto a mandare in campo una mediana non al massimo, senza dimenticare che Perotti – reduce anche lui da noie muscolari – sarà della gara ma ieri in via precauzionale non ha partecipato alla partitella. Di Francesco in queste ore monitora i miglioramenti dei suoi ragazzi, sapendo che il trio delle gare che lo attende potrebbe regalargli la prima svolta stagionale. Tra Napoli, Chelsea e Torino, il 22 ottobre si capirà molto di più sulla stagione della Roma. Per questo motivo non può permettersi di rischiare nessuno.

EDIN D’ORO Sabato punterà sulla voglia di rivincita di Dzeko. L’eliminazione dalla corsa ai mondiali della Bosnia – con Edin nel mirino della critica locale – è stata parzialmente lenita dall’inserimento del centravanti nella lista dei candidati al Pallone d’Oro. Dopo aver vinto la classifica cannonieri in campionato e in Europa League, quasi un atto dovuto.



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