Rassegna stampa
La Roma torna alla vittoria: rimonta il Parma con Veretout
NOTIZIE ROMA-PARMA 2-1 – Nel ricordo del premio oscar Ennio Morricone, verrebbe da dare un titolo cinematografico: “Roma-Parma, Atto III”, ma non c’è niente della malinconica grandezza dei grandi film o delle grandi serie. L’andata fu appannaggio degli emiliani, la sfida di Coppa – con i gialloblù in formazione B – fu vinta dai giallorossi, stavolta ad esultare è la squadra di Fonseca, che interrompe la striscia di tre k.o. consecutivi, mentre quella di D’Aversa arriva alla quarta stazione di fila della via crucis.
Finisce con un 2-1 santificato dalle reti di Kucka su rigore, Mkhitaryan e Veretout. Successo meritato, anche se offuscato da un neo: il mancato rigore (nonostante il controllo al Var) per un mani di Mancini in area sul 2-1. Detto questo, se i giallorossi tengono a distanza il Milan, il Parma è piaciuto davvero poco se si pensa che, penalty escluso, l’unico tiro nello specchio della porta è arrivata solo in pieno recupero.
Come previsto, la squadra di Fonseca accantona le grandi rivoluzioni, cambiando solo un tris di giallorossi e confermando la difesa a tre, con Cristante in mezzo alla retroguardia per impostare proprio come in Coppa. D’Aversa invece inserisce un poker rispetto alla Fiorentina. Tatticamente, la Roma sceglie un 3-4-2-1 dinamico, con Diawara vertice basso, e Veretout che spesso si spinge sulla linea dei trequartisti anche per stare sulle zolle di Hernani, formando così un 3-3-3-1 simile a quello visto in Coppa.
Il Parma, invece, sposta Kulusevski dalla fascia sulla trequarti, per cercare di limitare Diawara in impostazione. Tra l’altro, la difesa giallobù è assai stretta e questo, se da un lato lascia le fasce libere per le cavalcate di Peres e Spinazzola, dall’altro soffoca parecchio Dzeko, che ad un certo punto prova ad allargarsi per trovare spazi e tirare dentro l’area Mkhitaryan. La mossa è quella giusta, visto che l’armeno segna il suo 8° gol stagionale, ma quando la gara si è messa già in salita per i giallorossi, che già al 9’ è in svantaggio a causa di un rigore segnato da Kucka. L’azione incriminata avviene al minuto 6’, quando Cornelius va via in velocità a Cristante che provoca il penalty.
C’è bisogno però del Var per concederlo, perché Fabbri solo al monitor si convince, anche se poi ammonisce soltanto l’azzurro. Tra quel momento e il pari, soprattutto tanta Roma, che però si rende davvero pericolosa solo con Peres (tiro parato da Sepe) e Pellegrini, il cui tiro dal limite colpisce il palo. Grazie al controllo delle fasce, infatti, alla conclusione i giallorossi vanno con buona facilità, ma occorre che Mkhitaryan, servito da Peres e liberato da un velo da Pellegrini, ritrovi la precisione. L’ultimo graffio potrebbe essere di Ibanez, che però da azione angolo, di testa, sfiora il palo. Inutile dire che gli emiliani, negli spazi che si aprono, potrebbe fare di più, e alla fine la pagherà.
In avvio di ripresa D’Aversa sostituisce Cornelius con Kurtic, rispolverano il 4-3-3 con Kucka o Kulusevski a posizionarsi da falso nove. Ma il pallino del gioco è in mano ai giallorossi, che vanno in vantaggio grazie ad un ribaltamento di fronte in cui Mkhitaryan galoppa fino alla trequarti avversaria, servendo Veretout per il tiro vincente. D’Aversa risponde inserendo Karamoh.
Le praterie, però, non ci sono più. Anzi, sono i gialloblù – avanzando il baricentro senza combinare quasi nulla (mancato rigore a parte, ma su azione da calcio piazzato) – a concedere ripartenze ai giallorossi, che non le sfruttano col baby Villar due volte, su cui Sepe è bravo a murare, così come su Mancini nell’ultima azione della partita. Ma tanto basta alla Roma per ritrovare il sorriso.
(Gazzetta dello Sport)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA