ULTIME NOTIZIE AS ROMA SASSUOLO MOURINHO – Mille di questi giorni, senhor Mourinho. Sempre in testa, sempre vittorioso e pure con la cifra tonda della millesima panchina in carriera da ricordare, scrive La Gazzetta dello Sport. A punteggio pieno rimangono in tre e la Roma c’è: rima a parte, è un dolce ritornello per la gente che si gode la follia di un successo nel recupero, tremando per le occasioni del Sassuolo e riempiendo di euforia l’Olimpico, quando anche l’allenatore corre sotto la curva per un’esultanza adolescenziale dopo il 2-1 di El Shaarawy.
Dunque, entusiasmo al massimo, gol e punti in una partita da infarto che Mou poteva vincere e anche perdere, non ci fossero state le parate fenomenali di Rui Patricio. Ma in tanti si sistemano nell’allegra fotografia di giornata: Cristante che apre, Pellegrini che slalomeggia, Abraham che prende un palo. Ma entrano pure gli sprint di Boga, le giravolte di Berardi, l’astuzia di Djuricic e anche la botta di Traore che rimbalza sul legno all’87’: sarebbe stato l’1-2, invece è finita con il risultato contrario e sempre grazie a un palo, perché il destro a giro del Faraone, entrato al 70’, sbatte sulla faccia interna e finisce in rete.
Complimenti anche a Dionisi: per il gioco, il coraggio e le soluzioni in panchina. Giusto che poteva terminare anche 6-6 o 7-7, come dice Mourinho, quindi gli errori difensivi ci sono stati. Ma le emozioni li fanno scordare, a caldo. Per dire: prima di scendere dalle montagne russe, Scamacca al 94’ avrebbe firmato il 2-2 ma era in fuorigioco.
Roma e Sassuolo dopo un primo tempo bloccato, a velocità scarsa, hanno deciso di darsele senza risparmiarsi. Le intenzioni iniziali sono state abbandonate con la Roma avanti 1-0. Sassuolo prima attento a non lasciare spazio alle spalle per la profondità di Abraham, linee strette e ritmo basso per poi cercare l’imbucata improvvisa per gli inserimenti verso Rui Patricio. Oppure cerca di indurre all’errore nel rilancio i romanisti. I quali si difendono anche alzando la linea per il fuorigioco (5 degli avversari nel primo tempo) e un gol di Berardi viene annullato per precedente offside di Raspadori.
La Roma attacca in pratica anche a 3-3-4, con un quadrilatero centrale e un esterno difensivo alto a turno. Ma se la contesa è ingessata, Mou ha un’altra soluzione per decollare: uno schema su punizione. Mentre tutti si aspettano il lancio alto dalla trequarti per il mucchio in area, Pellegrini serve basso Cristante che brucia la linea dei rivali e anche Consigli.
E’ il primo Sassuolo del dopo Caputo, ma è anche il primo con Berardi, rimasto nonostante alcune tentazioni. A destra l’azzurro è difficile da fermare, è lui a ispirare il pareggio di Djuricic giunto dopo tre conclusioni di fila. Alessio Dionisi, alla terza panchina in A, sa il fatto suo e non ha cancellato di colpo le impronte dezerbiane, perciò le partenze dal basso rimangono la proposta più cercata per avviare la giocata, ma se la pressione avversaria toglie il respiro si passa alla verticalizzazione.
Nella ripresa Raspadori, prima punta dal movimento continuo, lascia per Scamacca e il Sassuolo ha una torre centrale potente e da gioco alto. E la squadra cresce. La reazione dei giallorossi dopo il pari fa perdere tutte le misure, la cautela e gli sforzi tattici sono ricordi, si va da una parte all’altra: affiorano le nuove certezze della Roma, tipo il portiere che è una sicurezza, e la consapevolezza del Sassuolo di avere personalità, qualità e idee.
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