Eusebio Di Francesco

(Corriere della Sera – G. Piacentini) Alla vigilia del match Eusebio Di Francesco aveva chiesto 6 punti tra Crotone e Bologna. Senza se e senza ma. Ieri sera la Roma ha completato la prima metà dell’opera, ottenendo il massimo (1-0 grazie al calcio di rigore di Diego Perotti) e soffrendo più di quanto avesse preventivato. Dal punto di vista del gioco non sono arrivati segnali incoraggianti, probabilmente anche a causa di un po’ di stanchezza che affiora nonostante i tanti cambi – 6 i titolari sostituiti rispetto alla gara di Torino – voluti dal tecnico. Tra le note positive della serata, in cui vanno registrati altri due pali (Kolarov e Dzeko) che portano ad 11 il totale in Serie A, la settima gara (la sesta in campionato più una in Champions League) conclusa con la porta inviolata da Alisson: con soli 5 gol al passivo la difesa giallorossa è la meno battuta del campionato, anche se con una gara da recuperare (con la Sampdoria).

«Stiamo crescendo – l’analisi del tecnico – abbiamo la miglior difesa ma per crescere ancora dobbiamo essere ancora più cinici. Ai miei calciatori dico sempre che le partite non si vincono con il nome e con il budget, ma con la giusta mentalità: gare come quella col Crotone vanno vinte, quello è l’importante». La Roma ha sofferto troppo. «Potevamo fare meglio in fase offensiva, c’è stata un po’ di sfortuna ma dovevamo essere più determinati. Sono tre punti importanti per proseguire la rincorsa. Considerando che giocheremo tre partite in sei giorni è fisiologicamente impossibile schierare sempre gli stessi. Lo scudetto si deciderà solo nelle ultime giornate, speriamo di esserci anche noi a giocarcelo. I gol dei centrocampisti? Gliel’ho detto di accompagnare l’azione, nel secondo tempo lo abbiamo fatto meglio. Arriveranno quando serviranno di più».



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