Lorenzo Pellegrini, Gianluca Mancini

AS ROMA NEWS SASSUOLO – Che sia un comodo rettilineo o un percorso tortuoso, la Roma trova sempre la strada per vincere. E nella volata per l’Europa questa è una qualità importante. Non si può infatti pretendere di giocare sempre bene o di dominare gli avversari o di controllare le partite. A volte, soprattutto quando la stanchezza fisica e mentale si fa sentire, bisogna saper soffrire e farsi bastare la prodezza di un campione, scrive La Gazzetta dello Sport.

Il Sassuolo ha disputato una gara solida e nel finale è andato vicino a un pareggio che sarebbe stato meritato per l’intensità della prestazione e la capacità di accettare lo svantaggio evitando il raddoppio giallorosso e alzando le frequenze nel finale. E invece sorride ancora Daniele De Rossi, che si conferma al quinto posto, tiene il passo del Bologna, comincia a vedere i contorni della maglia della Juve (il vantaggio dei bianconeri sui giallorossi è passato da +20 a +8 durante la gestione del nuovo tecnico) e soprattutto si gode l’ennesima prova di carattere della sua squadra, brava a capitalizzare una splendida giocata di Lorenzo Pellegrini. Il capitano, rinato dopo l’addio di Mourinho, ha risolto la gara con un’azione personale e un preciso tiro da fuori.

Non è stata una gran partita, nonostante una cornice spettacolare. Allo stadio si sono presentati 66.871 spettatori, record per l’Olimpico dalla riapertura totale post Covid. Ma la Roma ha viaggiato fin dall’inizio su ritmi troppo bassi. De Rossi ha provato a dribblare la stanchezza della sfida europea di giovedì cambiando il terzino destro, un centrale di difesa, un centrocampista e l’intero tridente.

Il Sassuolo, però, è stato bravo a schermare gli avversari, che quando le gambe girano poco avvertono di più l’assenza di Dybala. Ballardini piazza Henrique sulle tracce di Paredes e il 4-2-3-1 di partenza diventa senza palla un 4-4-1-1 in cui agli esterni Defrel e Laurientè viene chiesto un attento lavoro di copertura. La Roma ci prova alzando in contemporanea i due terzini e attivando i cinque canali offensivi, stringendo gli esterni alti vicini a Lukaku.

Però la circolazione è lenta e così quando la palla arriva al quintetto il Sassuolo è ben piazzato con un centrale di centrocampo più basso in aiuto della difesa. Così nel primo tempo non ci sono tiri nello specchio e le uniche due occasioni giallorosse, in apertura (5’) e chiusura (46’), nascono da cross perfetti di Spinazzola e Pellegrini che Lukaku di testa non sfrutta mandando fuori: soprattutto nel secondo caso si tratta di un errore grave per il centravanti.

L’infortunio di Spinazzola costringe De Rossi a inserire Angeliño. Il tecnico chiede anche a Pellegrini di alzarsi un po’ di più e ad Aouar di svariare per scarabocchiare l’attenta difesa del Sassuolo. Il gol, arrivato subito dopo l’intervallo, esalta la classe di Pellegrini e punisce nell’occasione la tendenza di Racic e Obiang a schiacciarsi verso la porta: il capitano della Roma passa tra Defrel e Pedersen e poi può prendere la mira perché nessuno dei due mediani esce per impedirgli la conclusione.

Trovato il vantaggio, ai giallorossi resta la seconda metà del compito: resistere in una situazione di stanchezza. La squadra fatica a ripartire, il Sassuolo rimane ordinato per non rischiare il raddoppio in vista dell’assalto finale. La Roma si abbassa, De Rossi inserisce Baldanzi e Celik per avere una gamba migliore da usare nelle ripartenze. Le difficoltà giallorosse nascono anche perché Lukaku vive una giornata negativa, non riesce a difendere il pallone e a far salire i compagni. E quando gli capita l’occasione per raddoppiare non riesce a centrare la porta, complice anche una buona chiusura di Erlic.

La Roma, quindi, cerca di gestire il possesso difendendo con la palla. Nell’ultimo quarto d’ora il Sassuolo (che giocando così può credere nella salvezza) cresce e costruisce una grande occasione per pareggiare: cross di Bajrami, deviazione di Llorente verso la propria porta, riflesso di Svilar che con il tacco manda la palla sul palo e tap-in in curva di Viti. C’è anche un po’ di fortuna, ma bisogna meritarsela e ieri, come sempre, per vincere la Roma ha dato tutto quello che aveva.



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