La squalifica di venti giorni data a Lulic per le frasi su Ruediger è un vero e proprio capolavoro d’ipocrisia. Impossibile pensarla diversamente, visto che il giocatore della Lazio la sconterà durante la sosta natalizia e salterà solo una gara, quella dell’8 gennaio, contro il Crotone.
Una pena, quella comminata dalla Procura Federale, con l’avvallo della Procura Generale dello Sport, che lascia perplessi. Nulla da eccepire sul fatto che il giocatore abbia patteggiato e la Procura non abbia ritenuto razziste le sue affermazioni, bensì soltanto lesive e offensive.
A lasciare basiti sono le tempistiche, poichè squalificarlo durante la sosta equivale a non squalificarlo. Un escamotage che salva la coscienza ma non la faccia e la credibilità della Procura Federale. Sarebbe stato meglio non sanzionarlo affatto, se ritenuto non colpevole. In questo modo si è soltanto creato uno scivoloso precedente per eventuali casi che potrebbero ripetersi in futuro. Questa squalifica è un’occasione persa per evitare ombre e pregiudizi sul sistema calcio.
Il campionato ha chiuso il 2016 come meglio non poteva. Risultati e prestazioni aprono nuovi scenari, a cominciare da quello che riguarda Inter, da verificare alla ripresa. Il successo nerazzurro da sostanza alla crescita della squadra di Pioli e rende più che credibile un suo ritorno nella lotta per l’Europa. La Lazio non esce di certo bocciata, i suoi difetti però sono dei limiti evidenti su cui lavorare. In attesa dei recuperi di Juventus e Milan, la Roma ha ottenuto un doppio risultato. Ha reagito alla sconfitta con la Juventus e il punteggio non rende merito alla netta supremazia e alle tante occasioni create contro il Chievo. Soprattutto la squadra di Spalletti ha allungato sulle concorrenti: + 3 dal Napoli e + 4 dalla Lazio. Solo sul finire il Napoli ha evitato una sconfitta che, visto il doppio vantaggio dei partenopei, sarebbe stata clamorosa. La squadra di Sarri è spettacolare ma troppo vulnerabile.
(Il Messaggero – M. Caputi)
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