AS ROMA NEWS BOLOGNA MOURINHO – Lo aveva anticipato in tempi non sospetti, alla vigilia del match di giovedì contro il Leverkusen: «Il campionato passa in secondo piano? Certo, ora abbiamo queste due gare fondamentali dove o andiamo in finale oppure perderemo lasciando tutto sul campo. E qualcuno di questa situazione sarà veramente contento. Più di qualcuno», riferisce Il Messaggero.
Essere più chiari di così è difficile. Mourinho – a meno che il ko del Milan a La Spezia non gli abbia fatto cambiare le idee in extremis – ha scelto. Il campionato (dove però la zona Champions, considerando la possibile/probabile penalità alla Juventus, non è una chimera) può attendere. Budapest è distante (almeno) 90 minuti, ben più lunghi però dei reali 1200 chilometri che la separa da Roma.
Perché per superare indenne il ritorno alla Bayer Arena, c’è bisogno di preservare al massimo una squadra logora, stanca, piena di assenze nei ruoli chiave, che nel pomeriggio al Dall’Ara di Bologna disputerà la 50ª gara stagionale. Per questo motivo oggi, José si è portato dietro 6 Primavera oltre agli ormai aggregati Tahirovic e Volpato.
Di questi, ha grandi possibilità di giocare dal 1′ Missori, con il 19enne svedese (già titolare proprio contro il Bologna nel match d’andata, lo scorso 4 gennaio) in cabina di regia e il debutto in campionato di Svilar tra i pali. Se non è una Roma B questa, fate vobis. È certamente una Roma mai vista: Rui Patricio e Dybala sono rimasti a casa, Matic partirà in panchina, uno tra Belotti e Abraham riposerà. Forse anche Mancini potrebbe rifiatare, almeno inizialmente.
Una squadra che nonostante tutto dovrà trovare le forze di non pensare al match odierno contro il Bologna, come una semplice tappa di trasferimento alla trasferta tedesca. Difficile, anche viste le scelte, ma non impossibile. Per questo ci si affida nuovamente a Mourinho. Lo sciamano portoghese ormai ha contagiato (quasi) tutti. E questo sia se resterà o meno, vincerà la seconda coppa europea consecutiva o se conquisterà un posto nella prossima Champions.
Il testamento che è pronto a lasciare José è l’unità d’intenti, la voglia di essere una cosa sola dentro e fuori Trigoria. Riassumendolo in una parola a lui tanto cara: una famiglia. È veramente tale l’unione che ormai lega squadra e tifosi. Un blocco unico che anche nel pomeriggio, nonostante le assenze e le difficoltà, proverà a giocarsi la partita contro Thiago Motta, un nome papabile proprio per il post-Mou.
Il Bologna ha ormai poco da chiedere al campionato ma in casa viene da 5 risultati positivi (2 vittorie e 3 pari) e si porta dietro una caratteristica che la Roma ha spesso dimostrato di soffrire in trasferta: segna di sovente nel primo quarto d’ora. Nove i gol messi a referto dagli emiliani nei primi 15′ di gioco, meno soltanto di quelli realizzati dalla Lazio (11).
Peccato non ci sia Dybala: l’argentino infatti ha segnato 7 reti contro i rossoblù, secondi in serie A per gol realizzati dalla Joya soltanto a Udinese (10), Sampdoria (9) e Genoa (9). Proprio Paulo, pur non essendoci, fa discutere. La decisione di non portarlo dice molto. Perché proprio José al termine del match di giovedì all’Olimpico aveva lasciato trasparire la volontà di fargli giocare, insieme a Wijnaldum, un tempo per trovare la condizione migliore.
L’olandese c’è e darà seguito ai propositi dello Special. Dybala no. Anche se ufficialmente il tutto è dovuto alla volontà di preservare l’argentino in vista di giovedì, un minimo di apprensione rimane. La caviglia sinistra continua a dargli fastidio. E un conto è avere la Joya a disposizione anche per un’ora. Un’altra, doversi preparare ad una partita di sofferenza, stile Real Sociedad, senza la perla argentina. O quanto meno a mezzo servizio.
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