Claudio Lotito

(La Repubblica – M. Favale) «Famo ‘sta sceneggiata, così…». La frase è spezzata, la voce disturbata. Si colgono le ultime parole: «Te rendi conto?», dice Claudio Lotito al suo interlocutore. È questo l’audio, registrato da un passeggero del volo Milano- Roma di lunedì sera, che ribalta la prospettiva e mette nell’angolo il presidente della Lazio proprio nel giorno in cui sui campi di serie A, cori e fischi coprono le letture del “Diario” di Anna Frank volute dalla Federcalcio. Un gesto per condannare l’antisemitismo, sporcato a Roma (dove i tifosi romanisti cantano per la loro squadra), a Torino (gli ultrà bianconeri intonano l’inno di Mameli) e a Firenze (con fischi isolati in curva Fiesole).

Doveva essere il giorno del ricordo e della ricucitura dopo l’indignazione generale provocata dagli adesivi che ritraggono Anna Frank con indosso la maglia della Roma, attaccati domenica scorsa dai tifosi biancocelesti nella Curva Sud dell’Olimpico (il settore dei romanisti). E invece è ancora polemica specie per le parole del presidente della Lazio. Perché, in questa storia ci sono due Lotito: il primo è quello che martedì si presenta alla Sinagoga di Roma con una corona di fiori per condannare il gesto e che fino a ieri mattina spara a zero contro i responsabili, meritevoli del «Daspo a vita», e contro le curve «regno del malaffare».

Il secondo, invece, è quello che due giorni prima, nell’affannoso tentativo di organizzare la visita alla Sinagoga, definisce «sceneggiata » quell’appuntamento che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto mettere una pietra sopra la polemica. «Er vice rabbino ci sarà? Solo il rabbino c’è?», chiede Lotito a qualcuno che, a Roma, sta tenendo i contatti con la comunità ebraica. «Capito come stamo? Non valgono un c… questi. A New York er rabbino, er vice rabbino… Famo sta sceneggiata…».

L’audio rubato e diffuso ieri pomeriggio inchioda il presidente della Lazio che prima prova a smentire, poi viene difeso dal suo vicino di posto in aereo, il deputato Pd Dario Ginefra («Non mi pareva ci fosse da parte sua voglia di banalizzare il gesto ma mi può essere sfuggita mezza parola »), intanto minaccia querele e, infine, irritato chiude le comunicazioni: «Vi faccio mangiare i tacchi delle scarpe». Nel frattempo, però, la corona di fiori davanti alla Sinagoga finisce nel Tevere, gettata da alcuni giovani della Comunità ebraica indignati dalle parole di Lotito. Ruth Dureghello, che guida la Comunità a Roma, si dice «inorridita» dalle parole del patron della Lazio A fine giornata, Lotito resta solo. Il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, lo invita a fare autocritica mentre va in pressing sulla Federcalcio per isolarlo e azzerare le sue aspirazioni di ruoli di vertice in Figc o nella Lega calcio. Proprio il procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro, ha chiesto alla Procura di Roma elementi per la sua inchiesta interna. Sul fronte giudiziario, la Digos ha identificato 16 persone tra i responsabili dell’affissione degli adesivi con Anna Frank nella Sud. Tra loro 3 minorenni di cui un giovane di 13 anni, l’unico non perseguibile. Gli altri potrebbero essere accusati di istigazione all’odio razziale. Il giudizio finale sulla vicenda lo dà il capo della Polizia Franco Gabrielli: «C’è stato un uso vomitevole dell’immagine di Anna Frank. Non si possono irridere certe tragedie». La risposta di alcuni ultrà, in serata, sono i cori che coprono le letture del “Diario”.



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