Rassegna stampa
La scommessa di De Rossi: Roma ai lavori forzati per correre per dieci mesi
AS ROMA NEWS CAGLIARI DE ROSSI – Come sta la Roma a breve distanza dall’inizio del campionato, domenica 18 (ore 20.45, diretta tv su Dazn) a Cagliari? «Abbiamo lavorato tanto, tanti allenamenti e tanta intensità – le parole di De Rossi –, siamo contenti sia del lavoro dei ragazzi», riferisce il Corriere della Sera.
È stata una preparazione intensa, la prima da allenatore di DDR che finora era sempre subentrato come tecnico, alla Spal e poi in giallorosso. La prima in cui ha potuto dare la sua impronta al lavoro della squadra.
Tantissime sono state le doppie sedute, addirittura 14 nei primi 22 giorni di lavoro (la squadra si è radunata a Trigoria il 7 luglio), le amichevoli contro Latina, Kosice, Tolosa, Olympiacos, Barnsley, Everton (più la sgambata con l’Ostiamare per chi non ha giocato contro gli inglesi) sono servite soprattutto per affinare l’intesa tra calciatori che hanno avuto poche possibilità di lavorare insieme.
Discorso che vale soprattutto per Artem Dovbyk. «Sono piacevolmente sorpreso – le parole del tecnico-, perché vedo che in campo la squadra ripropone quello che facciamo in allenamento».
Pochi i problemi fisici, infortuni veri e propri non ce ne sono stati: Abraham, Baldanzi e Smalling hanno avuto qualche affaticamento che è stato gestito dallo staff, con l’inglese che durante la gara col Tolosa ha rischiato una distorsione al ginocchio, fortunatamente senza conseguenze.
Dal punto di vista atletico, è stato un ritiro duro: «Li abbiamo spappolati», ha detto De Rossi dopo la partita col Tolosa, un chiaro segnale di come il tecnico ed il suo staff abbiamo impostato un lavoro a lungo termine, che dovrà durare nel tempo.
La conferma è arrivata anche da Giovanni Brignardello, il preparatore atletico giallorosso con un passato nella pallanuoto e nella nazionale italiana, che ha spiegato anche i motivi per cui la Roma (e altre squadre) non lavora più in montagna: «Il lavoro in altura ha senso quando devi preparare competizioni a breve termine, come le Olimpiadi, ma nel calcio il lavoro fisico è molto più a lungo termine perché deve durare 10 mesi. La scelta di andare in ritiro, poi, deve essere basata su altri principi: lavorare con 8-9 calciatori non ha senso, è meglio spostarsi quando c’è la maggioranza del gruppo». Da domenica, a Cagliari, si fa sul serio.
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