La Lazio piazzerà la scritta Spqr, magari più piccola, sulla maglia della finale di Coppa Italia oppure in quella di Supercoppa, così questo strano derby del logo finirà in pareggio e poi – forse – non se ne parlerà più. Lotito ha avuto l’ok dal Comune, anche perché Virginia Raggi ieri ha specificato che «la scritta Spqr è e resta patrimonio del mondo, è un’espressione di uso comune e, per questo, non registrabile: tutti possono utilizzarla». Lo farà subito anche la Lazio, infatti. Nel suo post su Facebook, la sindaca bacchetta l’opposizione per la polemica («addirittura si parla di un’interrogazione urgente in Aula, sarebbe spreco di denaro pubblico») e annuncia: «Abbiamo verificato se in passato sia mai stato registrato dall’Amministrazione Capitolina un marchio figurativo (che è cosa ben differente rispetto alla sigla Spqr) con lo scudo e la scritta. Lo faremo noi». E ancora: «Spqr è una sigla che in tutto il mondo viene associata alla città di Roma, è una espressione della quale essere orgogliosi e sulla quale non andrebbero montate strumentalizzazioni politico- sportive». Soddisfatta la Lazio, che aveva chiesto chiarimenti dopo l’uso della scritta sulla maglia della Roma nel derby: «Se la nostra iniziativa – sottolinea il dirigente Diaconale – spinge l’amministrazione comunale a depositare un marchio e a renderlo protetto, vuole dire che abbiamo colto nel segno».

A Formello c’è Biglia che, a fine allenamento, si sottopone al rito di selfie e autografi. In tre mesi, il capitano si è (ri)preso la Lazio. La sua vita biancoceleste ribaltata: il 28 gennaio la lite furiosa con quel tifoso al termine della partita-beffa con il Chievo, il 30 aprile l’abbraccio appassionato con il popolo biancoceleste (e prima con Inzaghi) sotto la Nord dopo il trionfo nel derby. Una rivoluzione. Ora tutti sperano che questo benedetto contratto venga firmato, serve un altro incontro con il manager Montepaone, ma c’è ottimismo: Inzaghi in particolare è convinto che Biglia, l’architrave della Lazio, resterà leader e capitano anche il prossimo anno. E si terrà pure Bastos, altro uomo-derby. Strana storia la sua: il mastino angolano gioca solo le partite più importanti, contro Roma, Juve (annullò Higuain all’Olimpico), Napoli, sfide da forte con i forti. Poi torna in panchina senza polemiche, perché sa che Inzaghi lo stima e la società punta su di lui. Ma certo trattasi di vicenda rara e bizzarra: anche stavolta, dopo il derby da protagonista, rischia di ritovarsi fuori con la Samp. Ieri, nella difesa a 3, come stopper di destra è stato provato Basta. Però c’è da giurare che Bastos sarà in campo contro la Juve, nella finale di Coppa Italia che, a meno di un miracolo del Monaco allo Stadium, si giocherà il 17 maggio: oggi via alla vendita libera, 22mila i biglietti venduti tra laziali e juventini. Per la sfida con la Samp si spera di arrivare a 40mila spettatori: visto l’effetto-derby, impresa possibile. Oggi in gruppo de Vrij e Lukaku: loro e Immobile saranno disponibili, assenti solo l’infortunato Marchetti e lo squalificato Parolo.

(La Repubblica – G. Cardone)



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