Ora, lo stadio della Roma sprofonda nelle paludi dei «Non so», dei «Non ricordo». Eppure l’Ecomostro di Tor di Valle viaggiava su una corsia preferenziale e per quest’opera la giunta Raggi ha utilizzato più volte la procedura d’urgenza. Come nel Municipio IX dove tutti i consiglieri si ricordano la convocazione d’urgenza del consiglio municipale di domenica pomeriggio, a poche ore dalla cena a casa del mini sindaco Dario D’Innocenti. C’erano la prima cittadina Virginia Raggi, l’ex presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito, l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori e la presidente della commissione Urbanistica Donatella Iorio. I consiglieri municipali del M5S furono radunati sabato sera, era il 10 giugno 2017, per comunicare loro che l’interesse pubblico sull’impianto andava approvato, e anche alla svelta. Segnale che c’erano decisioni precotte sullo stadio. Ci sono due documenti dell’epoca che provano il piede premuto sull’acceleratore della giunta Raggi che saltò a piè pari le commissioni municipali competenti (Urbanistica e Mobilità presiedute tra l’altro da due consiglieri contrari all’opera) per far approdare la delibera stadio direttamente nel parlamentino dell’Eur. L’attuale presidente della commissione Urbanistica Paolo Mancuso ora è certo: «Era tutto già deciso».

I consiglieri si videro sottoporre da Luca Montuori una bozza di delibera già cotta e mangiata: in fondo c’era già scritto «parere favorevole». Ma quel parere avrebbero dovuto esprimerlo in libertà i consiglieri municipali. Qualcuno ricorda la riunione: «Per chi era contrario come me quella riunione non servì a nulla, chi non faceva parte delle commissioni competenti invece diceva Mi fido, non mi informo e non approfondirono. Ma noi siamo Cinquestelle, siamo nati ed entrati nelle istituzioni per approfondire, verificare, controllare».

Nello schema di delibera datato 8 giugno 2017 si parla di «particolare urgenza» e quindi il Segretariato generale comunica che il parere vada acquisito «entro venti giorni decorrenti dalla ricezione della presente come previsto nei casi di urgenza». Ma le commissioni Urbanistica e Mobilità non vennero minimamente coinvolte. E come se non bastasse, allegato alla delibera, c’era anche una lettera firmata dall’assessore Luca Montuori che ribadiva l’urgenza di «votare quanto prima».

LA LETTERA «Urgenza – si legge – dettata dalla stretta prossimità el termine, il 14 giugno, per procedere all’adozione della proposta da parte dell’Assemblea capitolina». «Si rappresenta – continua la lettera – l’opportunità che il parere sia trasmesso entro il più breve tempo possibile». Stesso iter, prudentemente non scritto stavolta, per bloccare la recente delibera sull’annullamento dell’interesse pubblico targata Grancio-Fassina. Anche in quella circostanza l’assessore Luca Montuori caldeggiò una bocciatura al Municipio IX. Che però, dopo gli arresti e la bufera giudiziaria, non è arrivata. Segnale che nel M5S non si fidano più a scatola chiusa.

(Il Messaggero – S. Piras)



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