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Rassegna stampa

La traversata di “Ibra” Darboe: da 15enne solo sul barcone a promessa romanista in Serie A

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NOTIZIE AS ROMA DARBOE – Dal Mediterraneo alla Serie A. Per ora soltanto dalla panchina, ma chissà cosa riserva il futuro a Ebrima Darboe, talento di 18 anni della Primavera della Roma che mister Fonseca ha voluto convocare per l’incontro dei giallorossi contro il Milan, domenica sera.

Quando Ebrima mise piede per la prima volta in Italia, nel 2016, era un quindicenne partito dal Gambia con il sogno di diventare un calciatore professionista. In Sicilia era arrivato dalla Libia via mare, su uno dei tanti barconi che partono senza la certezza di arrivare. Migrante solo e minorenne, è finito a Rieti con il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), grazie a cui ha trovato una stanza, nuovi amici, una scuola.

Sabato, appena ha saputo di essere convocato per la prima volta con la Roma dei grandi, ha preso il telefono e ha composto il numero di Massimo Masi, il presidente della Young Rieti, la squadra che ha cambiato la sua vita: “Era commosso, ma lui si commuove sempre. Stavolta lo ero anche io, sembra un film”, racconta oggi Masi.

Quando Darboe arrivò era già bravissimo: “Una tecnica incredibile, la palla sempre incollata al piede”, racconta Francesco Sponardi, che a Rieti era il suo allenatore. Un gol dietro l’altro e un soprannome impegnativo: “Lo chiamavamo Ibra. Non per Ibrahimovic, era più facile di Ebrima” .

L’allenatore ha lavorato sul suo fisico esile, lo portava a fare pesi e organizzava con la squadra barbecue in giardino per fargli mangiare carne. In campo invece lo lasciava libero: “Facemmo un torneo ad Acquasparta ed Ebrima ci trascinò. Il giorno della finale però lui faceva il Ramadan, alla fine era stremato e perdemmo”.

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Dopo quel torneo lo volevano l’Entella e il Pescara. Poi spuntò la Roma, grazie a dei talent scout che lo segnalarono all’ex responsabile delle giovanili, Massimo Tarantino. Dall’estate del 2018 Darboe è a Trigoria, sede della Roma, dopo lunghe pratiche per il tesseramento (per la firma con un club professionistico serviva il visto della Fifa).

Da attaccante è diventato centrocampista, vive nel pensionato della società giallorossa, frequenta il college istituito dal club ma la residenza è ancora a Rieti per il progetto Sprar. Che però scadrà a dicembre: lui potrà restare in Italia grazie alla Roma, con cui a luglio ha firmato il primo contratto da professionista che gli permetterà di ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Ebrima non sa ancora chi sarà da grande. A 18 anni, però, inizia a sentire davvero di potercela fare.

(La Repubblica)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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