Luciano Spalletti

Roma 1-Spalletti 3. Dopo esser stato ingenerosamente e vigliaccamente coperto di fischi e insulti Spalletti si è preso la sua notte. Maurito Icardi con due gol lo ha aiutato a portare a casa la partita emozionalmente più difficile: si era messa male per l’Inter, ma dopo averla corretta in corsa e adeguatamente frustata negli spogliatoi, ecco un secondo tempo da grande squadra. E un risultato che fa sognare gli interisti: con i gol di Icardi e la strategia di Spalletti nulla è impossibile. Giocata sotto gli occhi del nuovo Totti incravattato in tribuna è stata una partita inizialmente faticosa e troppo lenta, un po’ per il caldo, molto per la paura delle due di rischiare troppo. Due squadre ancora incomplete, che attendono nomi dal mercato: l’Inter spera in Keita, la Roma sta per chiudere con Schick (ma il Napoli ci spera ancora). La Roma non è sostanzialmente cambiata di una virgola rispetto alla vittoria di Bergamo, se si fa eccezione per lo spostamento di Juan Jesus — scarto interista — a terzino. Lo stesso per l’Inter rispetto alla vittoria con la Fiorentina, ma con Gagliardini a centrocampo nel tentativo di Spalletti, lui che lo sa benissimo, di contrastare il settore più solido e potente della Roma. Mossa che si rimangerà all’inizio del secondo tempo, dopo aver visto che Nainggolan & C., secondo previsione, ben tenevano il controllo delle operazioni.

C’era bisogno di un’invenzione, di un colpo di bacchetta che rovesciasse la situazione. Cosa che gli è riuscita benissimo. Nainggolan aveva fatto discretamente male all’Inter spallettiana. Fornendo a Dzeko l’assist per lo stop di petto e il gol di collo-piede, e stampando il pallone sulla base del palo con una botta fortissima facendo venire uno stranguglione all’ex. Icardi ci ha messo parecchio ad orientarsi e solo alla fine del primo tempo ha impegnato Allison con tiro da par suo. In ogni caso bilancio del primo tempo, due pali (ce ne è anche uno iniziale di Dzeko) e un gol di una Roma non particolarmente eccitata e avvelenata di fronte alla squadra del suo vecchio allenatore. E con un Di Francesco che forse ha inconsciamente risentito del confronto. Spalletti ha modificato l’Inter in quella zona di campo dove soffriva di più, via Gagliardini e via Nagatomo per Joao Mario e l’esordiente Dalbert, fino a ottenere l’accensione dell’Inter. L’attacco interista è venuto fuori: Icardi, fuoriclasse dormiente, imbeccato prima da Candreva e poi da Perisic ha segnato i due gol da grande attaccante che ribaltano la partita. E Vecino, uno dei quattro cinque nuovi dell’Inter non precisamente delle superstar che l’allenatore stesso si aspettava, ha addirittura chiuso il il conto. Mentre la Roma continuava a prendere pali (dopo Dzeko e Nainggolan anche Perotti) l’Inter di Spalletti andava sul concreto. Da De Rossi ad Allison, da Nainggolan a Dzeko al fischio finale l’ex amante è andato a salutare uno per uno tutti i romanisti, mentre dalla curva ancora lo fischiavano. Spalletti ha imboccato il tunnel e via, con un ghigno di malcelata soddisfazione.

(La Repubblica – F. Bocca)



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