Pallotta e Di Francesco

Ai ritmi incalzanti dei trasferimenti tra uno Stato e l’altro dell’America, ieri notte si è aggiunta una disavventura che ha contribuito a levare energie agli uomini di Di Francesco: dopo la partita con il Psg la squadra insieme con lo staff è stata accompagnata all’aeroporto di Detroit per volare a Boston, ma un problema di sicurezza all’aereo ha costretto tutti a tre ore di ritardo sulla tabella di marcia. Il volo è atterrato a Boston alle 6 di mattina, calciatori stremati e Juan Jesus si appella ironicamente al vecchio team manager: «Manolo dove sei, guarda dove siamo e a che ora. Per favore torna». C’è ancora tanto da lavorare: tre giorni di allenamenti sono pochi per assimilare la tattica di Di Francesco. Il suo 4-3-3 è una filosofia che ha bisogno di tempo per essere metabolizzata; Pellegrini, che con Di Francesco gioca da due anni, è più avanti rispetto ai suoi compagni di centrocampo, ma ha ancora molto da far vedere. Contro il Psg nel primo tempo hanno giocato sei calciatori che si sono uniti alla squadra solo il 16 luglio (Manolas, Moreno, Pellegrini, Strootman, Iturbe e Dzeko), gli altri hanno partecipato al ritiro di Pinzolo (Alisson, Peres, Jesus, Gonalons e Perotti). «Io non ho ancora visto niente delle mie idee, ma non dobbiamo essere frettolosi. Ho visto tanta voglia di osare, di lavorare nella metà campo avversaria, stare alti e rimanere corti», ha spiegato il tecnico dopo la partita con i francesi pareggiata 1 a 1 nei 90’ (reti di Marquinhos e Sadiq) e persa ai rigori 4 a 6 per un errore di Gerson dal dischetto. Durante gli allenamenti Eusebio preferisce non delegare, ha bisogno di tenere tutto sotto controllo e verificare che ogni reparto si muova con i tempi giusti: De Rossi, Nainggolan, Strootman, Dzeko e Manolas, che hanno più esperienza, sono entrati immediatamente in sinto- nia con le metodologie del nuovo allenatore, qualche difficoltà la stanno incontrando i più giovani, vedi i ragazzi della Primavera.

JIM DIXIT, SEDIE AL MURO – Pallotta – che ha salutato i giocatori a bordo campo nell’allenamento di ieri a Boston e ha parlato con Manolas – durante il workshop della Lega a New York svela: «Nell’ultima di campionato quando il Genoa ha segnato il 2-2, ho preso una sedia e l’ho tirata contro un muro. Sapete quanto significhi entrare direttamente in Champions. Lo scudetto? Accadrà presto».

(Il Messaggero)



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