Otto partite da qui alla fine della stagione, otto partite da preparare con il lavoro settimanale senza distrazioni, otto partite in cui Spalletti si gioca la permanenza “e si programma il futuro“. E poi i tanti giocatori in bilico, Dzeko che vuole dimostrare di fare gol pesanti, Salah che vuole mettersi alle spalle le critiche degli ultimi tempi, El Shaarawy e Perotti che vogliono tornare decisivi e Totti che vuole chiudere, se chiusura sarà, nel migliore dei modi. Questo, solo per limitarsi all’attacco, perché in fondo è all’attacco che la Roma dovrà giocarsi questo scorcio finale della sua stagione, iniziata (male) ad agosto, col playoff di Champions: 100 gol segnati finora sono tanti, ma non bastano.
In trasferta i tifosi romanisti non sono mai mancati (oggi ce ne saranno almeno 3mila, di cui 2500 nel settore ospiti), ma la loro presenza in Sud, in termini di numeri e calore, può essere determinante, visto che proprio in casa la Roma affronterà le tre partite più ostiche, contro Atalanta (la settimana prossima), Lazio (30 aprile) e Juventus (14 maggio). In trasferta, invece, il cammino è più semplice: oggi la Roma affronta il Bologna, lunedì prossimo andrà sul campo del quasi spacciato Pescara, poi affronterà il Milan. Lontano dall’Olimpico, chiuderà alla penultima contro il Chievo.
La sensazione è che per fare all-in da qui a fine maggio Spalletti, ancora una volta, si affiderà ai suoi uomini di fiducia, facendo poco turnover. Il tecnico darà fiducia ai calciatori che ha impiegato di più fino a questo momento, che potranno allenarsi tranquillamente senza impegni infrasettimanali. Da verificare è anche il rendimento difensivo della squadra. Adesso, con Szczesny che dovrebbe continuare ad essere il titolare, insieme ai tre centrali Rüdiger, Manolas e Fazio (ma occhio all’opzione Vermaelen, oltre che Juan Jesus), e Mario Rui e Peres sulle fasce (in attesa che Emerson si ristabilisca), Spalletti ha bisogno che i meccanismi tornino ad essere quelli di qualche settimana fa.
(Gazzetta dello Sport)
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