AS ROMA NEWS SAMPDORIA STANKOVIC MOURINHO – Non vorremmo essere nei panni di Dejan Stankovic, che ha esplicitamente inserito fra i propri punti di riferimento José Mourinho, che in carriera fino a questo momento ha vinto 26 trofei e che oggi cerca il successo e il sorpasso su Lazio e Udinese, scrive La Gazzetta dello Sport.
Il tecnico della Sampdoria, che insieme al portoghese ha scalato il tetto d’Europa con l’Inter, si presenta alla sfida di stasera in punta di piedi, sapendo di doversi confrontare con un allenatore da cui sta provando a copiare idee. Non a caso lo ha chiamato “il mio maestro”, aggiungendo compunto: “Ho sentito José con una videochiamata poco prima che arrivassi a Genova. Porto grande rispetto per l’allenatore e per la persona. Non posso aggiungere altro parlando di un tecnico che ha mille panchine alle spalle mentre il sottoscritto che contro la Roma farà la sua prima panchina a Marassi. Abbiamo fatto un percorso bellissimo insieme”.
La gratitudine e l’affetto per il portoghese sono profondi: “Mi ha insegnato ad andare oltre i miei limiti trasmettendomi un insegnamento che deve valere anche qui alla Samp. Mi diceva che le finali non si giocano, si vincono. E per noi ogni partita da qui alla fine sarà una finale”. Ciò che più ha sorpreso positivamente la squadra, di questi primi giorni sotto la guida del tecnico serbo, è la sua empatia e il clima positivo che ha creato nel gruppo.
La Samp aveva bisogno di ritrovare innanzitutto autostima, ed è ciò che Stankovic ha provato a fare sin dal primo giorno della sua avventura a Genova. Pronto a cambiare uomini e modulo in corsa, se necessario: non un integralista del 4-2-3-1, insomma. Possibile dunque l’inserimento di Léris esterno a destra, con Gabbiadini più avanzato al fianco di Caputo.
Mourinho ha vissuto una vigilia di silenzio, preso dai dubbi se schierare titolare Belotti o dare una chance, l’ultima, ad Abraham. Il ballottaggio è aperto. Ma nella testa José ha anche Stankovic e il passato comune. Un paio di episodi dimostrativi. Stankovic sembrava dover andare alla Juventus e quando il 16 luglio 2008 si presenta alla Pinetina, pensa che la sua avventura all’Inter sia agli sgoccioli. “Vieni, ti stavo aspettando”, gli dice subito Mourinho. E Dejan pensa ad un discorso d’addio, invece Mou gli si rivolge così: “Sei la mia scommessa, ti rivoglio ai livelli della Lazio. Lì eri amico di Mancini, tra due mesi potremmo esserlo anche noi”.
Lo diventarono, anche se i momenti di attrito non mancarono. “Una volta, dopo una sconfitta mi attaccò al muro – raccontò Dejan – e mi disse: “O torni a giocare come prima o ti siedi accanto a me e non ti alzi più. Io voglio il vecchio Stankovic, quello che si mangiava l’erba”. Risultato? Mangiò l’erba, vinsero insieme trofei e diventarono così amici che una volta Mou – ha raccontato Dejan – gli propose di andare in vacanza con la moglie a Dubai prima della fine del campionato, assicurandogli il posto nella partita passerella dello scudetto. “Non si imparano le cose per come vengono dette, ma per chi le dice”, È un proverbio serbo che ci riferì Stankovic. Parlava di Mourinho. E gli brillavano gli occhi.
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