«Dzeko deve pregarmi per giocare, deve farmi vedere che vuole pregarmi per avere una maglia». Luciano Spalletti a marzo scorso aveva usato la fede per stimolare Edin. A distanza di cinque mesi l’attaccante bosniaco si prende lo scettro dei marcatori estivi con 7 gol. Sarà anche uno scettro di ghiaccio che si scioglie sotto il sole di Ostia, però quel succo che scivola per terra può essere l’alimento migliore per iniziare la nuova stagione.

FARE MEGLIO – Ieri, poi, ha parlato anche il bosniaco: «Anche io come la squadra voglio far meglio e questo è l’unico obiettivo che ho. Voglio aiutare la squadra a vincere le partite, naturalmente il mio compito è quello di segnare e cercherò di farlo il più possibile. Non parlo mai di obiettivi di gol perché non mi pongo limiti: nel calcio non esistono limiti». Parliamo, allora, di fatti. L’estate di Dzeko non è stata certo quella del vecchio «Kloc», il lampione, come lo chiavano quando ancora giocava a centrocampo nello Zeljeznicar. Edin ha illuminato tutte le amichevoli giallorosse: gol ai russi, agli inglesi, ai canadesi e anche ai romani (dell’Unicusano Fondi). Qui, addirittura, ha messo sul tappeto verde un poker. Ha segnato dal limite, da dentro l’area, di testa, su rigore. Il suo coefficiente è di 6,5. La sua voglia, invece, è da 10. «Con Spalletti qualche volta dopo gli allenamenti ci siamo fermati 5-10 minuti per lavorare sulla finalizzazione, e credo che questo sia importante per me». Un’importanza che lo spinge anche a fare un appello in vista dell’esordio di oggi: «Giochiamo in casa e vogliamo vincere per poi affrontare al meglio il ritorno con il Porto. Non ci sono partite facili. È sempre bello iniziare in casa davanti ai propri tifosi. Speriamo che accorrano numerosi, per noi è importante, è la nostra prima partita e vogliamo iniziare bene».

CI SONO ANCH’IO – Ma subito sotto di lui, nell’estate degli attaccanti, ecco Manolo Gabbiadini. Che ha dribblato l’ombra argentina di Higuain e in una sola notte ne ha segnati quattro al Monaco. Stesso numero del compagno Mertens, terzo nel podio dell’Infradito d’Oro ma con un coefficiente più basso (5) vista la doppietta all’Entella, squadra di B. Maurizio Sarri, che si era un po’ risentito per la mancata telefonata del Pipita, sembra essere tornato a fumare più per vizio che per nervosismo.

(Gazzetta dello Sport – G. Guglielmi)



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