Sicurezza stradale a rischio, viabilità da ridisegnare per evitare che la circolazione sul Raccordo vada in tilt, carenze nel piano trasporti, pericolo di inondazioni, cubature sproporzionate per gli edifici commerciali. È per questo che il Campidoglio ha bocciato il progetto Tor di Valle. «Il parere unico di Roma Capitale sul progetto definitivo non è favorevole», si legge nel documento elaborato dai dipartimenti Urbanistica, Trasporti, Ambiente, Lavori Pubblici e Sviluppo economico, che è stato spedito ieri mattina alla Regione Lazio, in vista dell’ultima seduta della conferenza dei servizi tra un mese esatto.
RISCHIO INONDAZIONI Un documento che avvicina l’operazione immobiliare sognata da James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi al fischio finale. Intanto perché l’area scelta dai privati, scrive il Comune, ad oggi è «non compatibile» con una variante urbanistica, considerate «le condizioni di pericolosità idraulica» e il rischio inondazione, come ha già certificato l’Autorità di bacino. Anche per questo il Campidoglio ha detto ai privati, nero su bianco, che una condizione imprescindibile per far sopravvivere il progetto stadio è cambiare l’area. Dovrebbe infatti essere «ridefinito il perimetro delle zone soggette a rischio per eventi idraulici». Nel mirino del Campidoglio finisce anche la sproporzione delle cubature previste dai privati, che superano di due terzi i limiti imposti dal Piano regolatore generale e che per l’86% andrebbero a negozi, alberghi, uffici e ristoranti, il cosiddetto «Ecomostro». L’operazione, si legge nel parere, «è incongruente nei valori della superficie utile lorda rispetto alla tavola di zonizzazione».
Ma anche tutto il piano viabilità andrebbe ridisegnato: il progetto così com’è non garantisce «le condizioni di sicurezza stradale», dato che i privati avrebbero voluto realizzare «parcheggi in curva» e avrebbero previsto «una eccessiva concentrazione di varchi sulle rotatorie». Tutta l’area intorno allo svincolo per il Raccordo anulare sarebbe «a rischio intasamento», dal momento che sono stati «sottostimati i flussi del traffico nello studio trasportistico»
L’altra nota dolente sono proprio i trasporti pubblici. Non solo perché prima l’Atac e poi l’Agenzia per la mobilità, un anno fa, hanno bocciato il prolungamento della metro B fino a Tor di Valle (la biforcazione della linea causerebbe danni «a 200mila utenti», hanno scritto gli esperti dei trasporti). Ma anche il capolinea della ferrovia Roma-Lido, su cui peserebbe il maggior carico dei passeggeri, ha «dimensioni inadeguate». Ma è in generale tutto il progetto a non essere «adeguatamente sviluppato per gli aspetti del Trasporto pubblico locale».
I CONTROLLI I privati non hanno mai eseguito alcune verifiche richieste dal Campidoglio: nessuno ha mai verificato il rischio di «tranciamento/rottura del ponte carrabile e del ponte ciclo-pedonale sul Tevere»; a Palazzo Senatorio non sono mai pervenute anche le «verifiche di compatibilità idraulica» e la «verifica della portanza dei pali di fondazione». Altre criticità sono state sollevate dalla Città metropolitana, che in un documento di 76 pagine ha trasmesso alla Regione il proprio parere per esprimere un altro pesante «dissenso» all’operazione.
(Il Messaggero – L. De Cicco)
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