NOTIZIE AS ROMA SCHICK – Dopo il pari di Cagliari, molti hanno pensato a quel gol che avrebbe potuto cambiare la storia della partita. E forse anche della sua carriera romana. Se c’è un giocatore che più degli altri simboleggia l’incompiutezza della Roma, quello è Patrik Schick. In città è già partito il processo, ma chi lo conosce bene suggerisce di non correre con i giudizi. Vitezslav Lavicka, ct dell’Under 21 della Repubblica Ceca, Schick lo ha allenato due volte: in nazionale, ma anche allo Sparta Praga, dove lo fece debuttare a 18 anni.
«So che sta vivendo un momento non semplice, ma dategli tempo: ha solo bisogno di giocare, lui i gol li ha sempre fatti».
Eppure, Lavicka, Schick a Roma è criticato: per molti, manca di personalità.
«Patrik? Non credo proprio. è uno dei ragazzi più intelligenti che abbia conosciuto e uno che durante la settimana lavora duro, come un matto. Quando arrivò nello spogliatoio dello Sparta era un ragazzino, aveva intorno gente molto più esperta. Magari poteva sembrare timido. Ma ci sorprese tutti con la sua qualità».
Sorprese anche lei?
«Vi racconto un aneddoto: allo Sparta lo feci esordire nei 15 minuti finali di una partita, mi pare di coppa. “Gioca facile”, gli dissi. Invece lui appena prese il pallone fece cose incredibili. Numeri, giochini di prestigio, anche la “ruleta” alla Zidane (quel dribbling per cui si sposta il pallone prima con un piede e poi con l’altro girando su se stessi, ndr). Lo stadio rimase a bocca aperta, io ero totalmente impressionato».
Allora magari è una questione di posizione in campo: secondo lei qual è il suo ruolo ideale?
«Facile: Patrik è un numero nove perfetto. A essere sincero credo possa giocare benissimo anche da numero dieci, dietro un’altra punta. E persino da ala destra, perché ama accentrarsi. Ma se gioca da centravanti ha più chance di fare gol, una cosa che sa fare benissimo».
A Roma non tanto: cosa crede lo stia limitando?
«Credo gli manchi la confidenza con il campo, avrebbe bisogno di fare maggiore pratica. Magari soffre la concorrenza di un totem come Dzeko. E purtroppo è entrato nel momento peggiore della Roma, che sta trovando difficoltà, soprattutto per gli infortuni. Ma lui ha i numeri: l’avete vista la partita con la Slovacchia? Un gol e una prova incredibile».
Vi siete sentiti ultimamente?
«Gli ho mandato un sms dopo quella rete, da campione. Gli ho detto che sono orgoglioso di lui. Con me ha sempre segnato tanto, con l’Under 21 fu il cannoniere delle qualificazioni all’Europeo».
Allora Di Francesco dovrebbe chiederle qualche consiglio.
«Ma no, Di Francesco è un allenatore che stimo tanto. Anzi gli faccio una promessa: a Plzen vedrà il vero Schick».
Crede che l’aria di casa gli farà bene?
«No, credo sia motivatissimo: lui è dello Sparta, viene a giocare contro il Viktoria che è uno dei rivali storici. Ci metterà qualcosa in più».
Gli ha scritto? Magari l’avrebbe invitata allo stadio.
«E perché, Plzen è casa mia: vivo a Praga ma sono nato lì. Stavolta, però, tiferò per Patrik».
(La Repubblica – M. Pinci)
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