Fabrizio Diabolik chiama la Nord a dare il massimo nel derby per bilanciare la superiorità numerica romanista. Parla uno dei leader della curva laziale, capace di fermare l’emorragia di una tifoseria lacerata dall’«antilotitismo» richiamando la gente allo stadio dopo una contestazione che stava sfiorando l’autolesionismo. E allora fuori la voce e tanto cuore per spingere la squadra in finale nel derby che segna il ritorno della Sud all’Olimpico.
Che ne pensa dell’eliminazione delle barriere?
«Qualcuno crede di essere stato fondamentale per toglierle ma si parla di una cosa inutile in partenza. Sono stati altri gli interventi decisivi per confermare l’onnipotenza giallorossa».
La curva Sud vi ha criticato per aver mollato la battaglia e di essere tornati allo stadio in anticipo?
«Non cambia nulla, ci sarà una barriera di steward. Se uno dovesse essere coerente, dovrebbe restare fuori ancora. Sono rimasto sorpreso degli striscioni per esponenti del governo fatti da loro tifosi l’altra notte. E poi in realtà nella loro curva ci sono sempre state 3-4 mila persone, noi avevamo svuotato tutto lo stadio. La nostra situazione era molto diversa».
In che senso?
«La Nord e la Sud non torneranno mai come prima, non esultiamo per questa cosa. Continuiamo a prendere multe per gli striscioni e cambi posti o per far partire i cori. Abbiamo scelto di continuare la battaglia da dentro perché si stava perdenedo la lazialità, c’era troppa disaffezione».
La contestazione a Lotito è finita?
«A prescindere dal presidente, io maledico quella strategia, fatta a fin di bene per carità. Ormai Lotito è diventato un alibi, per vedere le partite al pub o casa con gli amici tuoi. Non siamo entrati per un anno, poi abbiamo scelto di non lasciare città in mano alla Roma. Siamo tornati in 200 ora siamo 1500 in trasferta e il nostro “Gate 49” è pieno, da duemila siamo tornati a 15.000 spettatori all’Olimpico. Ormai i tifosi della Lazio sono solo quelli che vanno allo stadio. In questo senso mi aspetto a giugno delle iniziative adeguate dalla società per richiamare la gente all’Olimpico il prossimo anno».
Tutto risolto con la società?
«Neanche per sogno ma ora bisogna voltare pagina e cercare di fare il bene della Lazio. Alcune cose in quel periodo sono state fatte male, sfruttate da alcuni comunicatori che si sono appropriati della contestazione per avere benefici personali. Ma siamo stati noi ad essere andati in galera. Ci hanno messo in mezzo Chinaglia e dei truffatori, ora siamo maturi per dire che abbiamo sbagliato».
Un appello agli oltre 16.000 laziali di questo derby?
«Sarà durissima, questa sfida a noi fa paura dal punto di vista arbitrale. Hanno venduto i biglietti a prezzi più bassi, hanno tutte le istituzioni a favore, comprese quelle religiose, il Governo, le banche. Noi, però non ci arrendiamo e ci saremo con la solita rabbia, ci piace essere scozzesi in terra inglese: forza Lazio, avanti Curva Nord».
(Il Tempo – L. Salomone)
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