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Lazio spacca Roma. Giallorossi in frantumi nel derby
Naufragio giallorosso nel derby, subito richiuso lo spiraglio aperto dal 2-2 della Juve venerdì a Bergamo. Meglio guardarsi alle spalle, il secondo posto è in pericolo, col Napoli che incombe minaccioso a meno uno. Nessuna ombra sul 3-1 di ieri. Anzi, al conto bisogna aggiungere il rigore regalato alla Roma e quello negato alla Lazio.
La Roma ha cominciato il derby con le migliori intenzioni. Dieci minuti di assalti, Lazio traballante e rintanata davanti a Strakosha. È bastata un’incursione di Lulic sulla sinistra, con annesso cross taglia-area, per destabilizzare la Roma, farla sentire vulnerabile, minarne la sicumera tecnico-tattica. Pochi secondi più tardi è arrivato lo 0-1 di Keita Balde, a disvelare certe fragilità difensive romaniste, e lì la partita si è rovesciata.
La Roma è stata rimessa in sesto da Orsato. L’arbitro non ha fischiato rigore per fallo di Fazio su Lukaku, al contrario ha concesso il penalty (inesistente) per quello di Wallace su Strootman. All’intervallo, sull’1-1, Spalletti si è corretto: fuori lo sciapo El Shaarawy e squadra riallineata in un 3-5-2 d’antiquariato. In pratica la Roma si è messa a specchio, nella convinzione o presunzione di essere più brava negli uno contro uno. Basta, con caparbietà e fortuna, ha imbucato l’1-2 e la gara è diventata una mattanza, per quanto Spalletti, al 64’ sia tornato sui suoi passi e abbia rinfilato i suoi nel «file» del 4-2-3-1. Niente da fare, stanchezza e frenesia dei giallorossi hanno spalancato autostrade ai laziali. Anderson ha sprecato lo sprecabile, Keita ha incasellato il tris.
(Gazzetta dello Sport)
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