Ci sono trasferte che diventano difficili. E a volte si spera di essere nel posto giusto al momento giusto. Come nel caso di Federico Caggia, un tifoso della Roma in vacanza in Portogallo, quando ha saputo della sfida di Oporto. Essendo lì, voleva andare a vedere la Roma dal vivo, direttamente al Dragao. Così si è messo all’opera, incontrando però una serie di difficoltà che ci ha raccontato in una lettera accorata, in cui ha manifestato anche «disappunto» nei confronti della Roma.
IL RACCONTO – Caggia ha provato a fare invano i biglietti per il settore ospiti, contattando la Roma e ricevendo solo il consiglio di recarsi a via Appia, nello store giallorosso della Capitale. Essendo in Portogallo, ha cercato una via alternativa, lamentandosi del fatto che la Roma gli abbia chiesto i documenti originali, senza accontentarsi delle fotocopie o dell’invio via e-mail. E sottolineando la differenza di servizio ricevuto dal Porto («contattato 4 volte via e-mail e sempre gentilissimo»). Caggia, insomma, si lamenta del fatto che non possa seguire la partita, per un presunto deficit del suo club del cuore.
LE REGOLE – Le cose, però, sono diverse e la Roma può far poco nella sostanza. Ci sono degli accordi internazionali che prevedono lo scambio fisico di biglietti tra club per il settore ospiti (venduti ad oggi 600 dei 2 mila biglietti), che vanno ceduti fisicamente brevi-mano (a vista del documento) in virtù dei controlli che richiede la Digos. Di fatto, se Caggia avesse chiesto alla Roma un biglietto per una gara interna l’avrebbe ricevuto in ogni parte del mondo, per quelle esterne la procedura è diversa. A meno che il nostro lettore non decida di prendere un biglietto di un altro settore tramite le ricevitorie autorizzate dal Porto. Che, poi, è il consiglio che ci permettiamo di dargli anche noi.
(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)
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