AS ROMA NEWS VERONA LUDOGORETS LAZIO MOURINHO – Da domani cominciano sette giorni decisivi per la stagione della Roma. Per i giallorossi, infatti, ci sono tre partite che hanno intorno l’aura appunto di finali. Di sicuro una sarà inappellabile, mentre le altre due saranno eventualmente rimediabili, ma per una piazza come quella capitolina che vive di entusiasmi, rappresenterebbero una sorta di freno all’entusiasmo.
Come riferisce La Gazzetta dello Sport, inutile dire che José Mourinho, pur dovendo gestire le energie, non potrà fare troppi calcoli, visto che l’obiettivo delle tre vittorie sembra essere la stella polare del club giallorosso. Verona, Ludogorets e Lazio, allora, per accelerare oppure entrare nella spirale di una piccola crisi.
La squadra gialloblù arriva alla sfida di domani zavorrata da una serie di sei sconfitte consecutive. Sulla carta, l’occasione quanto meno per non perdere contatto con la zona Champions. L’allenatore portoghese, però, deve vedere anche i recuperi dei giocatori, che spesso sono acciaccati. Certo, teoricamente è la partita più agevole, ma lo Special One ricorda bene che proprio al Bentegodi, nella scorsa stagione, arrivò il primo stop della sua gestione.
Per questo non è escluso che posso rilanciare Kumbulla dall’inizio, soprattutto se Ibanez dimostrerà di non essere ancora al meglio. Visto che Matic tornerà in gruppo solo oggi, la sensazione è che a Cristante e Camara saranno chiesti gli straordinari. Sulle fasce, però, ci sono forze fresche in arrivo, visto che Karsdorp e Spinazzola sono pronti a riprendere un posto da titolare. Nuova energia anche in attacco, perché Zaniolo – saltata la partita di Helsinki per squalifica – sarà chiamato ad appoggiare il redivivo Abraham insieme a Pellegrini. Basterà per fermare la banda Bocchetti?
Se un eventuale risultato negativo di Verona sarebbe rimediabile, giovedì in Europa League contro il Ludogorets qualsiasi risultato diverso dalla vittoria comporterebbe la retrocessione in Conference. Uno smacco per una Roma che di certo non immaginava di arrivare all’ultimo turno del girone con l’acqua alla gola. In attesa di scoprire se la Uefa ridurrà la squalifica di Zaniolo da tre a due turni, consentendo il suo impiego in Coppa, c’è da dire Mourinho di sicuro non avrà a disposizione Mancini, cioè uno dei suoi pasdaran della difesa, proprio in una gara in cui sarà vietato sbagliare, visto che i bulgari possono giocare per due risultati su tre, avendo vinto inopinatamente la partita d’andata. L’arma in più, neppure a dirlo, sarà il “sold out” dell’Olimpico, per la quindicesima volta consecutiva.
Occhio, perché una delle trappole che i giallorossi in Europa League dovranno cercare di evitare – così d’altronde come i biancocelesti – è di disperdere parte delle energie mentali per via del derby alle porte. Sulla importanza che ha la Stracittadina nella Capitale c’è una letteratura che non è neppure il caso di scomodare la sua ovvietà. Il problema però, che vale sia per Mourinho che per Sarri, è l’impossibilità al momento di pianificare una strategia, con due partite in mezzo ancora da disputare. Restando strettamente alla Roma, come uscirà dalla partita europea che vale la qualificazione al turno successivo? Con quanti infortunati? Con quanti acciaccati? E la questione disciplinare del match contro il Verona quanto potrà influenzare la formazione?
Tutte domande a cui al momento è difficile dare risposte assolute. Di sicuro l’intenzione dell’allenatore portoghese è di presentare la migliore formazione possibile, che al momento – viste le indisponibilità di Wijnaldun e Dybala – prevedono al massimo il ballottaggio sulla fascia sinistra tra Spinazzola e Zalewski. Per il resto, i soliti noti, chiamati ancora una volta a fare gli straordinari. D’altronde, a livello motivazionale cercare di andare alla sosta davanti alla Lazio sarebbe il modo migliore per lavorare in modo sereno, ma questo dipenderà anche dall’esito degli incontri delle due rivali in programma oggi e domani. Il resto lo farà la cornice dei sessantamila dell’Olimpico, per l’ennesimo tutto esaurito della stagione giallorossa. Un’arma in più per spingere la Roma, naturalmente, ma anche una spada di damocle qualora il derby – come quello d’andata della scorsa stagione – faccia rima con malinconia.
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