Il comandante Spalletti giura che il morale della truppa è alto e che il peggio è passato: «La sconfitta con la Juve fa male, ma non dobbiamo buttare via tutto. Il gruppo ha reagito benissimo e continua a lavorare in maniera corretta». Apre la cambusa, offre da bere ma la richiude subito invitando i naviganti a non distrarsi perché il mare è agitato e andare a picco è un attimo.

Spalletti brinda a un 2016 che «ha portato 81 punti nelle 36 partite che ho fatto io, un rendimento all’altezza delle big d’Europa, dal Bayern, al Tottenham, dal Napoli, all’Arsenal, al Psg, all’Atletico Madrid». Oggi, senza Manolas e De Rossi, c’è da fare l’ultimo sforzo: «Bisogna battere a tutti i costi il Chievo. È una gara fondamentale». Vincere stasera però non sarà una passeggiata: la squadra di Maran ha la seconda difesa del torneo (17 gol presi come la Roma), anche se Spalletti cita gli attaccanti gialloblù: «Squadra corta, fuorigioco alto e gente forte come Pellissier, Meggiorini, Floro Flores, Inglese, Birsa. Bisognerà fare attenzione alle verticalizzazioni improvvise e a non fare possesso palla lento perché loro poi ti saltano addosso».
Ma è inevitabile tornare sulle spine post-Juventus e sull’intervista di Spalletti a France Football («Se non vinco me ne vado»): «Avevo già detto quella cosa, siete voi giornalisti che stavolta avete accompagnato le mie parole in maniera diversa. A fine anno si fa l’inventario. Cosa c’è di strano? Sarebbe scorretto dire: non vinco e firmo 5 anni».

In realtà non bisognerà aspettare maggio per sapere: «A febbraio-marzo si parlerà con la società e si vedrà se ci sono i presupposti per continuare». Spalletti offre da bere il suo “bordocampo”, rosso al 70% di uve sangiovese e al 30% merlot, ma non si offre in pasto ai soliti giornalisti cattivoni: «Ricordatevi che l’ultima volta io avevo altri due anni di contratto, poi sono arrivato sesto e sono dovuto andar via (si dimise, ndr). Voi invece siete sempre gli stessi e siete quelli che avete massacrato chi poi è andato a vincere in Spagna e chi in Inghilterra (Luis Enrique col Barcellona e Ranieri col Leicester, entrambi diedero le dimissioni ndr)».

«Lasciate stare Gerson – prosegue Spalletti – prendetevela con me che l’ho schierato allo Stadium. Ma vi dico che il ragazzo ha fatto esattamente ciò che gli avevo chiesto: zero a zero con Alex Sandro che non ha mai messo un cross. Poi il risultato è cambiato, lui è stato ammonito e ho deciso di sostituirlo. Ma ha il fisico per ricevere palla addosso e difenderla». Con tanti saluti a El Shaarawy: «Ha avuto un problema all’adduttore ma l’ha nascosto perché voleva giocare. È un ragazzo che va sostenuto un po’ caratterialmente e, in campo, ci sono delle piazzole che gli piacciono e altre no. Non gli piace giocare a destra, vuole palla sui piedi sull’esterno. Deve migliorare nella lotta e le sue qualità le fa vedere quando tira in porta col destro». Non annoia mai Spalletti quando parla di calcio. Ma stasera c’è da battere il Chievo per trascorrere le feste lassù e costruire il futuro della Roma.

(Leggo – R. Buffoni)



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