Il restauro è ancora in corso, ma le big dell’ultima stagione, qualche indicazione l’hanno già offerta con le rispettive operazioni di mercato. La Juve, la Roma e il Napoli, insomma, sono uscite allo scoperto. E, pur dovendo ancora completare il piano di rafforzamento, hanno chiarito come intendono sfidarsi nel prossimo campionato e come tenere fuori dalla corsa scudetto il Milan e l’Inter che, con percorsi differenti (pure nel Financial Fair Play), non reciteranno da comparse. Allegri ha scelto di puntare solo sui giocatori offensivi, Di Francesco ha accettato di assistere alla solita rifondazione di Trigoria e Sarri ha deciso di procedere con la strategia conservativa.

AVANTI TUTTA – Le mosse della Juve fanno discutere. Da sempre ha puntato sulla difesa. Ora ha invece avuto la forza di rinunciare al leader del suo reparto arretrato, cedendo Bonucci al Milan. Dietro ha cambiato il vice Buffon, cautelandosi con Szczesny, e rimpiazzato, solo numericamente, Dani Alves con De Sciglio, rinviando ogni decisione sul centrale da acquistare, preferibilmente un marcatore più di un palleggiatore. Allegri, dopo aver incassato l’anno scorso Higuain, ha accolto in attacco Douglas Costa e Bernardeschi. E, per non abbandonare il 4-2-3-1, ha chiesto di confermare pure Cuadrado, come se non gli bastassero Dybala, Mandzukic e Pjaça. Dopo aver rinunciato a Schick, adesso la priorità è diventata un centrocampista.

NUOVA RIVOLUZIONE – La Roma si è sbrigata a cedere Ruediger, Paredes e Salah, per sistemare il bilancio e avviare il rinnovamento. Partiti tre titolari, uno per reparto, ai quali bisogna aggiungere Szczesny, rientrato all’Arsenal per fine prestito prima di andare alla Juve. Sostituire il portiere non è stato difficile, avendo già Alisson a Trigoria. Monchi si è subito scatenato prendendo i terzini Karsdorp e Kolarov, il centrale difensivo Moreno, il regista Gonalons, la mezzala Pellegrini, il jolly Defrel come vice Dzeko e l’esterno offensivo di scorta Under. Il ds, insomma, ha arricchito il gruppo con la personalità di altri senatori (i capitani di Messico e Lione) e l’ambizione di nuovi giovani (ventenni e già nazionali). Adesso gli mancano gli acquisti per il salto in alto: il sostituto di Salah e il centrale difensivo.

SOLITO CORO – Il Napoli, insistendo sul gruppo della passata stagione, è convinto che il gioco farà la differenza, soprattutto se la recita sarà affidata agli stessi interpreti che adesso sono più maturi. Bisogna vedere se basteranno per migliorare il terzo posto dell’ultimo torneo. Ounas ha allargato la scelta offensiva di Sarri che comunque ha chiuso il campionato con il miglior attacco proprio nella stagione in cui ha perso Higuain. Nessuna pretesa esagerata, dunque: sfumato sul più bello Szczesny, ha spinto solo per la conferma di Reina che avrà un nuovo vice. Dopo il preliminare di Champions, non è da escludere, però, qualche nuovo arrivo.

MASSIMA AMBIZIONE – Il Milan, vecchio e male assortito, non ha potuto far altro che rifondare la rosa. Così, per riprendere subito quota, ha esagerato con gli investimenti. Montella deve assemblare i giocatori. Non è una passeggiata. L’Inter, invece, ha bisogno di innesti mirati. E Borja Valero è il simbolo della nuovo corso. Spalletti si fida del gruppo, ma anche lui aspetta il Campione.

(Il Messaggero – U. Trani)



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