Cremonese-Roma 2-1

AS ROMA NEWS – La caduta rovinosa contro il Lecce del 1986 ormai rischia di essere passata in prescrizione. Ma, a ripensarci, ancora fa male. Ogni tanto torna a galla, specie dopo serate come quella di Cremona. Ed ecco che tutto torna, anche il fantasma di Roma-Lecce, scrive Il Messaggero.

A cascata si ripresentano quei fantasmi, le tante, troppe occasioni buttate come quella lì. Incubi che crescono a seconda degli obiettivi dichiarati e persi: quel giorno di fine campionato del 1986 la Roma di Eriksson si giocava lo scudetto, lo avrebbe praticamente vinto con una vittoria sui pugliesi. Invece, una sconfitta fragorosa e inaspettata.

Ma la storia continua e Lecce è solo l’incipit. Andiamo avanti con gli incubi: Capello sbatte, 2-2, contro il Venezia retrocesso, anno 2002. Un altro mezzo scudetto buttato e così anche ad Ancona, squadra pure lì retrocessa (o quasi) che blocca sullo 0-0 la Roma sempre di Capello, anno 2004. Finita l’èra di Don Fabio, non va meglio a Spalletti, che inciampa con il Livorno in casa, in piena rincorsa scudetto, nel 2009, per non parlare poi di Ranieri che, nel 2010, viene sconfitto all’Olimpico dalla Sampdoria, dopo aver sorpassato la rivale Inter nello scontro diretto e quando ormai mancavano tre giornate alla fine. Il controsorpasso della squadra di Mourinho, la sera di quel dannato 25 aprile 2010 con i blucerchiati, è stato fatale ai giallorossi.

Ma le lezioni, come noto, non sono mai abbastanza. E veniamo ai giorni nostri. La Roma di Mourinho ci ha messo del suo, senza raggiungere i livelli precedenti, se non altro perché parliamo di obiettivi diversi. Quest’anno di occasioni buttate se ne contano diverse. Sono quei treni che ti passano davanti e li perdi inesorabilmente. E se il buongiorno si vede dal mattino, si doveva capire subito che questa squadra aveva certe tendenze a buttarsi via. Questione di Dna.

Alla quarta di campionato, dopo tre vittorie (Salernitana, Cremonese e Monza) e un pareggio (a Torino con la Juve), la Roma va a Udine. Poteva essere la chance per una prima accelerazione verso l’alto, invece arriva una sconfitta. Pure pesante: 4-0. La Roma va in bambola dai primi minuti e non riesce mai ad entrare in partita. Un altro clamoroso stop arriva a novembre, prima della sosta per il Mondiale in Qatar. La squadra di Mourinho, dopo aver perso il derby contro la Lazio, ha due chance di rimettere a posto la situazione. Sassuolo e Torino attaccate, per poi salutarsi e ridarsi appuntamento a gennaio. Sei punti facili? Macché. Ne arrivano solo due.

La prima a Reggio Emilia: dopo il vantaggio segnato da Abraham, sembravano tre punti scontati. Invece arriva a cinque minuti dalla fine, la rete del pareggio di Pinamonti. Quattro giorni dopo, seconda opportunità, con il Torino all’Olimpico. Avversario pericoloso ma non irresistibile. La Roma soffre, non dà il meglio di sé. La salva Dybala, che, reduce da un lungo stop, si scalda per il Mondiale e in cinque minuti cambia la partita. La sua vivacità consente alla Roma di arrivare al pareggio: si procura un rigore, che poi Belotti tirerà sul palo, e ispira la rete di Matic.

Le due partite con la Cremonese, 1 (eliminazione dalla Coppa Italia e strada chiusa verso una finale che sembrava scontata) e 28 febbraio (prima vittoria in campionato della formazione grigiorossa), aggiungono solo un tocco di malinconia.



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