La Roma stremata e il Lione che ribalta la partita. Il Napoli che domina per un’ora il Real salvo restare impalato nel finale. La Juve che stenta a Udine e vince tra le polemiche col Milan al 96’. Venti giorni fa le tre big del campionato scoppiavano di salute e chiudevano la 25esima giornata segnando 11 gol in tre: poi sono arrivate le coppe. E tra gli armadietti degli spogliatoi – un po’ confessione, un po’ alibi – ha iniziato a circolare una parola oggi inflazionatissima: stanchezza. Arrivata persino oltreoceano, all’orecchio del presidente della Roma Pallotta. «A Lione è finita la benzina: Strootman camminava, molti hanno giocato tanto», ha detto accendendo polemiche per le scelte di Spalletti in campo e dell’ex ds Sabatini sul mercato. È stridente che la squadra italiana che ha giocato più partite – oggi saranno 42: tre più di Juve e Na- poli, sei più dell’Inter, undici più di Lazio e Atalanta – abbia impiegato da gennaio appena 19 calciatori. In Europa soltanto il Bayern ne ha utilizzati meno. Tante gare, pochi uomini: l’effetto su Trigoria, 3 sconfitte che hanno inguaiato la stagione. E la Roma non è l’unica a risentire del sovraccarico. L’usura pesa sui nervi, ma soprattutto sulle gambe. Nel calcio dei gps, in cui i calciatori sono monitorati a ogni gesto, è facile notare come con l’intensificarsi delle partite, si riduca automaticamente la distanza percorsa dai calciatori ad alta intensità. Nei periodi in cui si gioca ogni tre giorni pure la Juventus va più lenta. È banale, ma a questi ritmi calano le possibilità di spingere sull’acceleratore anche se ti chiami Higuain (un gol nelle ultime cinque).

Il problema è che la stanchezza produce altra stanchezza. Tradotto: più si gioca, più aumentano i chilometri che una squadra finisce per percorrere nei 90 minuti. Fattore dovuto al valore degli avversari – più sono forti gli altri, più sei costretto a inseguirli – ma pure alla fatica accumulata, che porta la squadra ad allungarsi e a dover sopperire rincorrendo. Napoli e Roma nelle ultime settimane, quelle per capirci inframezzate da Champions e Coppa Italia, hanno corso in media 5 chilometri e mezzo in più a partita rispetto alle gare di inizio anno. Le recentissime défaillance della difesa romanista potrebbero avere un genitore in comune con quelle che hanno portato il Napoli a incassare 10 gol nelle ultime 5 uscite.

Con la lingua di fuori può ritrovarsi chiunque. Persino sua maestà Ibrahimovic, il centravanti più utilizzato d’Europa con 3.390 minuti nelle gambe da inizio stagione. Con 2 gol ha deciso da solo la finale di Coppa di Lega inglese, ma tra campionato e Europa League non segna da 4 gare consecutive: un mini letargo. A Spalletti è successo lo stesso con Dzeko: 3.133 minuti in campo, in Italia non c’è un attaccante che abbia giocato di più. Ma da 4 gare vede segnare gli altri. Almeno per lui, la parola stanchezza, non somiglia a un alibi.

(La Repubblica – M. Pinci)



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