Luciano Spalletti ha scelto l’Europa League come campo di gioco di Francesco Totti. Il Capitano ha disputato, praticamente, gli stessi minuti in campionato e nella Coppa in cui la Roma è «scesa» dopo aver perso il preliminare di Champions League contro il Porto (1-1 e 0-3, Totti non mise piede in campo nelle due gare). Sono 290 i minuti disputati in campionato – in 25 giornate – e 289 quelli in Europa League, compresi i 90 dell’inutile Astra Giugiu-Roma, giocata con i giallorossi già qualificati per i sedicesimi.

«Qualcosa verrà fatto. Gente come Vermaelen, Jesus e Paredes per me non si possono chiamare riserve. Ci vuole fantasia per definirli così. E il discorso vale anche Perotti, El Shaarawy e Mario Rui, che finora ha avuto poco spazio ma si è sempre dimostrato affidabile. Totti? Si è sempre allenato ed è in condizione di poter esibire il suo repertorio. Non gli verranno richieste rincorse di 100 metri a ritroso, ma dovrà fare i posizionamenti per essere ordinati in fase difensiva. Le indicazioni le ho date». La richiesta dell’allenatore è comunque «massima attenzione». E, per chiederla alla sua squadra, tira fuori un paragone della Champions League 2003-2004: «Il nostro pensiero è rivivere serate importanti. Vogliamo far felici i tifosi, vincendo più partite possibili. Non dobbiamo gestire la partita, andiamo per vincere. Dobbiamo mostrarlo fin dalla prima azione, andando a pressare alto come all’andata. Se non lo facciamo, rimango deluso. Mi ricordo il Deportivo rimontare contro il Milan (4-1 all’andata, 0-4 al ritorno; ndr), non esistono partite già vinte».

(Corriere della Sera)



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