NOTIZIE AS ROMA STADIO – E la Regione? Adesso, dopo le vicende giudiziarie che hanno investito il progetto dello stadio della Roma, prova a correre ai ripari: «Se non ci saranno le modifiche richieste, soprattutto dal punto di vista del piano della mobilità, non voteremo la delibera in giunta», fanno sapere da via Cristoforo Colombo. Un modo per correggere anche le decisioni della conferenza dei servizi, organismo collegiale che è in capo appunto alla Regione, che diede il via libera a Tor di Valle. Sì, è vero, «con molte prescrizioni», come filtra dagli ambienti vicini al governatore Nicola Zingaretti, ma adesso l’imbarazzo è evidente. Anche perché, tra le persone colpite da misure restrittive c’è anche Michele Civita, ex assessore della giunta regionale, oggi consigliere dem, già capolista alle ultime elezioni: risultò il primo dei non eletti, ma ha visto spalancarsi le porte della Pisana dopo che Zingaretti ha promosso in giunta Massimiliano Valeriani.
Sulla Colombo, adesso, sono tutti con il fiato sospeso. «Stiamo alla finestra, aspettiamo di vedere gli esiti dell’inchiesta», ripetono. Oggi, dopo che la conferenza dei servizi diede il suo ok vincolato, è comunque tutto un distinguo: «Sul ponte di Traiano che non si fa più non potevamo intervenire noi, quella è una competenza statale. Ma nel parere finale, quando si parla dell’impatto ambientale del progetto, c’è la prescrizione sulla variazione dei flussi di traffico». Ammesso che il progetto vada avanti, che succederà adesso. In Regione sono pronti a correggere il tiro, ed hanno già escogitato un piano B: «Se quelle prescrizioni non fossero rispettate è il ragionamento la giunta non darebbe il via libera all’opera». Per ora, comunque, si aspetta. E si vanno a ricontrollare i verbali di quella conferenza dei servizi, il ruolo avuto dai singoli funzionari, dalla presidente Mainetti, dagli altri componenti del tavolo. Tutti gli atti vengono ripassati al setaccio, anche tutte le criticità che erano emerse nei rapporti delle varie amministrazioni competenti: non sono quelle sui trasporti e la viabilità, ma anche sui vincoli architettonici (vedi la questione della conservazione della tribuna di Lafuente). Osservazioni poi superate dal parere finale della conferenza, quello stesso parere che oggi pur ribadendo che formalmente «è tutto a posto» crea dei grattacapi alla giunta Zingaretti.
(Il Messaggero)
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