Kostas Manolas

(Il Tempo – A. Austini) La Roma diventa più ricca e finisce al centro del mondo. Si vedranno nel tempo gli effetti della leggendaria rimonta sul Barcellona, un’impresa sportiva dai risvolti teoricamente illimitati sul piano economico, commerciale e d’immagine. Il dato è storico già adesso: dall’attuale Champions il club di Pallotta ha già ricavato quasi 100 milioni di euro garantiti. È la somma dei premi ottenuti per la qualificazione alla coppa e i vari turni passati , i diritti tv che vengono distribuiti secondo i parametri del famigerato «market pool» e gli incassi al botteghino. L’accesso alla semifinale vale da solo 7.5 milioni di euro, più una fetta più grande dei diritti tv. Della prima parte del market pool riservata alle squadre italiane da 55.5milioni complessivi, alla Juve spetta il 50%, ai giallorossi secondi lo scorso anno in campionato il 35% e al Napoli il restante 15%: per la Roma, quindi, 19.425 milioni. I secondi 55.5 milioni sono suddivisi in base al numero di partite disputate nel torneo, al momento la quota di gare di Dzeko e soci (12 comprese le due semifinali che la Juve non giocherà) rappresenta il 42.86% del totale delle italiane, pari a 23.787 milioni di euro. Aggiungendo gli incassi al botteghino, ultimo quello da 3.674.762 euro di martedì sera, ecco che la cifra totale incamerata dalla società di Pallotta sale a 94.424, ai quali vanno aggiunti almeno 4 milioni che arriveranno quasi sicuramente dai biglietti venduti per la semifinale in casa. Ecco quindi avvicinarsi all’incredibile soglia dei 100 milioni di euro: nessuno quest’anno in Champions ne otterrà di più. Una manna dal cielo per le casse giallorosse, sempre soggetto al controllo rigoroso del Fair Play Finanziario dell’Uefa. Secondo le prime stime dei dirigenti, il balzo mostruoso (e inatteso) dei ricavi ottenuto grazie alla semifinale conquistata sul campo, unito alla plusvalenza già realizzata a gennaio cedendo Emerson al Chelsea, potrebbero bastare per chiudere il bilancio al 30 giugno rispettando i parametri richiesti dall’Uefa. Al massimo, servirà un’altra plusvalenza «minima», per intenderci la cessione di Skorupski o chi per lui. Insomma Monchi non sarà costretto a cedere Alisson – l’incubo di qualsiasi romanista – per sistemare i conti. Questo non significa che la Roma non venderà calciatori, tutt’altro, ma un conto è scegliere di farlo, un altro è essere costretti entro una certa data. Vedi Salah al Liverpool. Un aiuto arriverà anche dagli sponsor. Pallotta ha promesso 3-4 annunci in tal senso nei prossimi mesi, uno di questi dovrebbe essere l’accordo con Hyundai in via di definizione: 10 milioni circa in 3 anni per stampare il marchio della casa coreana sul retro delle magliette dal prossimo anno. In arrivo anche il «main sponsor», si tratta su cifre da 10 milioni di euro in su, in vendita anche gli spazi sulle divise d’allenamento. Il vero salto verso le grandi d’Europa si potrà fare col nuovo stadio a regime, ma il balzo di quest’anno è già notevole.



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