(Il Tempo – F. Schito) «Non voglio nemmeno parlare di un grande evento sportivo come la partita con il Liverpool, non in una situazione di vita o di morte come quella che sta passando adesso Sean Cox». È un James Pallotta visibilmente contrariato quello che si affaccia in zona mista al termine di Roma-Chievo. Il patron giallorosso, dopo aver assistito al match in piedi come suo solito, condanna duramente le violenze che hanno segnato l’andata del «derby di Boston» con il Liverpool (la proprietà dei Reds è di John Henry, uomo d’affari che possiede anche i Boston Red Sox), confermando il rapporto non idilliaco con una parte pulsante della tifoseria giallorossa, che anche ieri si è lanciata in cori inequivocabili come «Pallotta pezzo di m…» e «Odio Liverpool», tanto per accendere ulteriormente la vigilia della semifinale di ritorno. «Il risultato passa in secondo piano. Sono triste per Roma e la Roma, che per colpa di pochi individui vedono la loro immagine rovinata e calpestata. Ho visto i video come tutti, sono immagini terribili, è la massima espressione della stupidità dell’essere umano. I miei pensieri vanno ai familiari. È assolutamente deprimente che alcuni elementi, che alcuni mesi fa ho etichettato con un epiteto che tutti conoscete, rovinino così l’immagine dei tifosi». Il riferimento è all’ormai celebre «fucking idiots» coniato dopo le offese rivolte alla madre di Ciro Esposito: troppa la differenza tra il modo di vivere lo sport negli Stati Uniti e quello italiano ed europeo. In quella circostanza,il presidente giallorosso si scusò in prima persona con la signora Leardi. Pallotta tende comunque la mano alla parte della tifoseria che ritiene sana: «La Curva Sud ha tifosi straordinari e se è stato possibile fare una rimonta come quella con il Barcellona è grazie al contributo del 99% di loro. Purtroppo una piccola frangia, di solito al di fuori della partita e degli stadi, rovina tutto. Il calcio italiano e Roma hanno una storia che dura da troppo tempo, il problema riguarda l ‘Italia in generale. I nostri tifosi sono i migliori al mondo, per colpa di una minoranza di pochi imbecilli si rischia di compromettere il nostro patrimonio storico e culturale».
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