(Leggo – M. Zorzo) Azzurri salvati dal Var a cinque minuti dal termine, quando l’arbitro tedesco Aytekin decide di consultare il monitor: il pestone di Tarkowski su Chiesa è dunque punito con il calcio di rigore, trasformato da Insigne sotto la bordata di fischi degli 84mila di Wembley. L’amichevole con l’Inghilterra finisce 1-1. Risultato giusto, per quanto si è visto. L’insostenibile leggerezza di non fare gol l’Italia la paga in avvio di contesa con le tre clamorose occasioni, sprecate da Immobile (due di piede e una di testa a due passi dalla porta). Azzurri spreconi e puniti da Vardy, che al 26′ della prima frazione al secondo tentativo, infila Donnarumma (che si era opposto bellamente alla prima conclusione dell’attacante del Leicester poco prima), ma pure con l’incredibile ingenuità di Parolo, che commette fallo ma non copre la veloce battuta degli inglesi. L’Italia sembra accusare il colpo, mentre gli inglesi volano e arrivano primi si ogni pallone. Più tosti e tonici degli azzurri in versione mozzarella filante nei contrasti. Basti penare che prima del rigore trasformato da Insigne, la squadra di Di Biagio aveva tirato solo una volta nello specchio della porta inglese. Tuttavia dopo il lungo tunnel, finalmente un po’ di luce. Ma guai farsi illusioni: la strada per tornare a far tremare il mondo è ancora lunghissima. E Di Biagio lo sa benissimo. L’attuale ct difende a spada tratta i suoi ragazzi: «Siamo stati più continui rispetto alla partita di Manchester con l’Argentina. È ovvio che bisogna migliorare, ma il risultato positivo è decisamente guadagnato. Nella ripresa abbiamo preso in mano il pallino del gioco. I miei ultimi 90′ da ct? Non è questo il problema: l’importante è la crescita di questa squadra, non il mio futuro, il concetto è sempre quello». Prima del rigore, da segnalare l’unica grande giocata della premiata coppia Jorginho-Insigne e diagonale velenoso che accarezza il palo alla sinistra di Butland.
Da Gigi (Buffon) a Gigio (Donnarumma): il baby portierone rossonero a Wembley sembra aver raccolto il testimone dal totem juventino. Soddisfatto, ovviamente: «Un pareggio che dà la carica perché è arrivato al termine di una buona prestazione, dopo un periodo sicuramente difficile. Siamo un bel gruppo – sventola orgoglioso Gigione -, stiamo crescendo. E dobbiamo ripartire dal risultato consegguito a Wembley. Per questo voglio godermi fino in fondo il momento». Chi si accontenta gode, ma questa è una piccola Italia, anche se sul petto ha quattro stelle dei Mondiali vinti.
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