(Leggo – F. Balzani) Nel futuro del capitano può arrivare qualcosa più dello scudetto. Obiettivo dell’ormai ex Capitan Futuro sin dal 2002, ovvero dal suo esordio con la maglia che ama. Sono passati sedici anni, e quel sogno De Rossi non lo ha mai realizzato e non lo realizzerà nemmeno in questa stagione. Ma a volte si può addirittura superare un sogno. Perché in questo momento lo scudetto di Daniele è aver scritto a 34 anni una pagina indelebile della storia della sua Roma proprio nel giorno in cui ha eguagliato Totti per presenze in Champions (57). E nel 3-0 epico contro il Barcellona l’ha scritta da protagonista: con l’assist per Dzeko, il rigore per il 2-0 e un pressing che ha tolto il fiato a Rakitic e Iniesta. DDR ha cancellato in un colpo solo l’autogol dell’andata a Barcellona, la manata a Lapadula e l’errore col Napoli all’andata. Ma, soprattutto, ha cancellato un altro 10 aprile, quello del 2007 quando segnò sempre su rigore e sempre ai quarti di Champions. In un 7-1 per il Manchester United, però. Ora non vuole fermarsi De Rossi. L’obiettivo è Kiev e la finale del 26 maggio. Altra data da vendicare, altro giorno da dimenticare. Per concludere la sua storia d’amore con la Roma – arrivata al penultimo capitolo, o forse all’ultimo se la tentazione Mls dovesse aumentare – vincendo la Champions che da queste parti (quando era ancora Coppa dei Campioni) si è solo annusata nel 1984. «A 34 anni ho raggiunto un grande traguardo, ma non dobbiamo pensare di aver fatto un miracolo, senza pensare di essere in vacanza in semifinale. Dobbiamo continuare a giocarci questa competizione per cercare di arrivare fino in fondo». Messaggio chiaro. De Rossi si è goduto il successo col Barcellona sotto la curva, poi a cena con alcuni compagni.
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