Tanta è la fretta dell’Amministrazione pentastellata di chiudere la vicenda Stadio della Roma di Tor di Valle che ai Consiglieri comunali, ieri, in apertura della tre giorni dedicata alla votazione della nuova delibera di pubblico interesse, è stata consegnata una copia del testo incompleta. Il testo dato all’Aula Giulio Cesare, infatti, (al di là delle frasi scritte a penna che, da martedì 6 ancora non sono state ribattute) non contiene le risultanze degli emendamenti approvati nella domenica dal IX Municipio, né le controdeduzioni della Giunta capitolina. I regolamenti stabiliscono che la Giunta sia obbligata a rispondere agli emendamenti di Municipi e Commissioni o accogliendoli o, in caso di respingimento dandone ampia motivazione. E che questi emendamenti dei Municipi e le risposte della Giunta vanno inserite nel testo che viene distribuito ai Consiglieri. Invece, in Aula, il testo è monco, cosa che, appunto, solleva molti dubbi di legittimità. Dubbi ai quali risponde il presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito: «Il Segretario generale ha letto le carte ad inizio seduta e ne ha dichiarato la disponibilità per i consiglieri».
Intanto, ieri pomeriggio, è iniziatala lunga marcia verso il voto dell’Aula, atteso per mercoledì. Oggi si replica, nuovamente fino a sera, mentre domani è già stato deciso di andare ad oltranza. Ad oltranza, anche ieri: poco prima delle conclusione della seduta, fissata per le ore 21, complice l’uscita progressiva dei consiglieri Pd dall’Aula Giulio Cesare, i 5 Stelle hanno votato il prolungamento della seduta fino a mezzanotte e mezza. Qualche spiffero: mancando i consiglieri di opposizione che avevano presentato gli emendamenti alla delibera, questi decadono e si può votare subito. Appena diffusasi la notizia, molti Pd sono rientrati in fretta in Aula. Alla fine, quindi, fallito il tentativo del blitz dell’ultimo secondo, la seduta è stata aggiornata ad oggi. In apertura di seduta, mentre il presidente del Consiglio, De Vito, esprimeva la volontà di «portare entro il 15 giugno i documenti in Regione», l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, ha illustrato la delibera ribadendo, a suo giudizio, la bontà delle scelte effettuate dalla Giunta Raggi in merito al taglio delle cubature e delle opere pubbliche giudicate non necessarie. Inoltre, lo stesso Montuori ha ribadito all’Aula che le opere pubbliche connesse al nuovo progetto dovranno vedere la luce prima dell’apertura dello Stadio.
Infine, si registra la resurrezione di Paolo Berdini, l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Raggi, defenestrato in malo modo dopo una serie di tira e molla sullo Stadio e su altri provvedimenti dio Urbanistica, culminato poi nella famosa intervista «anti-sindaco» rilasciata a La Stampa. In un’assemblea in Campidoglio, nelle stesse ore in cui in Aula Giulio Cesare iniziava la discussione sulla delibera, Berdini è intervenuto a un convegno della Sinistra per Roma ribadendo i mantra dei mesi scorsi: lo Stadio è «un’invenzione del prode Marino, che produrrà un aumento del deficit del Comune. Roma rischia il declino economico e noi parliamo dello Stadio. L’unicomodo per uscirne è dire che Tor di Valle si lascia così. No allo Stadio a Tor di Valle». Peccato che da assessore, chiacchiere a parte, non ha mai messo in pratica queste sue idee. Infine, insieme all’assenza di due consigliere grilline critiche sul provvedimento, Monica Montella e Gemma Guerrini, una certa tensione si è registrata nelle fila 5Stelle per la vicenda di Cristina Grancio, la consigliera passionaria del «no» a Tor di Valle, sospesa dal Gruppo per le sue posizioni anti Stadio.
(Il Tempo – F. Magliaro)
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