Bogdan Lobont c’è, resiste e vince un altro anno di contratto. Il rumeno è tra i trenta di Spalletti, è qui a Pinzolo per l’ennesima stagione da terzo portiere (per ora addirittura secondo). «Il miglior terzo portiere del mondo», disse una volta Lucio di Julio Sergio, definizione che calza a pennello pure per Pisica, il gatto, così Lobont viene chiamato in Romania. Romania (Dinamo Bucarest) che ha lasciato da infortunato nel 2009, ospitato proprio a Trigoria per il post operazione al legamento: all’epoca il ds Daniele Pradè aveva buoni rapporti con i fratelli Becali e con i loro collaboratori italiani e concedere un favore a Lobont non è stato un problema, anche perché – sempre in quel periodo – erano tanti i calciatori rumeni pervenuti a Trigoria, uno su tutti Stojan. Da quel giorno, Bogdan non si è più mosso da Roma. La sua prima stagione l’ha vissuta in giallorosso con la formula del prestito, poi triennale nel 2010 e altro triennale nel 2013. Oggi è qui a Pinzolo con un altro anno di contratto. Non ancora ufficializzato dalla società.

GRANDE FUTURO Lo scorso gennaio ha compiuto trentotto anni, finirà (forse) la sua storia con la Roma quando ne avrà trentanove e mezzo. Una carriera alla Totti, anche perché pure per lui si prospetta un futuro all’interno del club, magari come preparatore dei portieri. Lobont è uno degli affezionati: c’era quando la Roma l’allenava Spalletti, ha vissuto l’epoca Ranieri, è passato per tutta la gestione americana, da Luis Enrique a Garcia e ora ritrova il suo primo maestro giallorosso, anche se all’epoca ce l’ha avuto a disposizione solo per poche settimane. Lobont si è fatto apprezzare non tanto per le sue doti tecniche, solo 20 presenze fino ad oggi, quanto per quelle di uomo spogliatoio. Apprezzato soprattutto da Sabatini. Bogdan, raccontano, è uno molto ascoltato dal gruppo, ha sempre consigli per tutti ed è uno che, raccontano ancora, è di grande aiuto per i giovani portieri. La sua presenza è costata cara a De Sanctis, che il contratto non l’ha (ancora) rinnovato e non si sa se lo rinnoverà, molto dipenderà dalla questione Szczesny. Morgan vuole giocare, il gatto si accontenta di starsene dietro le quinte, in terza fila. Su di lui il macigno dell’ultima partita giocata da titolare: il derby del 2013, la finale di coppa Italia persa contro la Lazio. Partita nella quale in tanti pensano abbia commesso l’errore grossolano sul gol di Lulic. Sono passati tre anni e Bogdan è ancora qui. Ora e per sempre. Forse.

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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