Dalla suggestione della rincorsa al terrore di perdere anche la Champions, ultimo obiettivo possibile. Quasi inevitabile che il dopo derby per la Roma si trasformasse in una sorta di psicodramma. Ci si sono messi pure gli ultrà a litigare, tra chi voleva tifare e chi no per rispetto dei daspati. Beghe da cortile. Mica come le altre: Strootman e Manolas che polemicamente si passano il pallone in campo litigando. De Rossi che dopo il gol porta la mano ai genitali davanti alla panchina della Lazio, per vendicare la “provocazione” di Keita passato davanti alla panchina romanista per esultare. Fino alla coda firmata Totti, con replica piccante al dg Baldissoni (“Ultimo derby? lo dicono gli altri, io non dico niente”) che nel prepartita sembrava averlo pensionato. Fiammiferi accesi in un fienile: basta nulla perché bruci in un attimo il lavoro fatto in 8 mesi per arrivare fin qui.
SPALLETTI, L’ORA DELLE SCELTE: “AVANTI CON O SENZA” – Inevitabile ritrovarsi con i nervi a fior di pelle per una stagione che adesso la Roma sente sfuggirle di mano. Il Napoli a un punto appena, dopo essere stata a +5 non più tardi di due mesi fa, mina le certezze costruite in una stagione. Anche quelle di Spalletti. Nelle ultime settimane sembrava un marinaio nella burrasca, costretto a manovre anche spericolate per evitare d’imbarcare acqua. Ora però la situazione è disperata e pure lui pare poterci fare poco per difendere l’obiettivo – il secondo posto che vale li soldi della Champions – che vuol dire aver fatto una stagione “straordinaria”. Da quello, a sentirlo, dipende pure il suo futuro. La Roma, in queste ore, proverà per l’ultima volta a convincere il tecnico a restare, mettendo in campo l’artiglieria pesante. Ma se non arriveranno segnali di apertura più chiari degli ultimi (già da qualche giorno Spalletti pare meno chiuso) si orienterà definitivamente altrove. “I programmi vanno avanti, con Spalletti o senza”, ha graffiato il direttore generale prima del derby. Un messaggio tra le righe: la Roma non può aspettare troppo a lungo.
SQUADRA STANCA, CHAMPIONS IN BILICO – Lui, l’allenatore, ha fissato in avanti però la data di scadenza per decidere: “Il bilancio lo farò dopo le ultime 4 partite”. Fino a quel momento, silenzio. Certo adesso sa di non poter più sbagliare: perché se la squadra aveva le chiavi per il paradiso, ora si ritrova in un monolocale con vista sul purgatorio dei preliminari. Non fosse altro perché domenica a San Siro contro il Milan mancheranno lo squalificato Rüdiger e probabilmente anche Strootman, che faticherà a evitare la prova tv per simulazione. Squadra smembrata, rischio crollo: cattivi pensieri inevitabili quando senti il mondo franarti sotto i piedi. Colpe? Una squadra stanca, che ha giocato persino più partite di tutti, anche della Juve (50 a 49) e tanti ricambi inutilizzati o quasi, da Gerson, sparito dopo i 45 minuti contro la Juve, al colpo di gennaio Grenier, da Mario Rui a Vermaelen: scelte discutili? O le aspettative della squadra necessitano di cambi più pronti? tardi per chiederselo, non per programmare il futuro. A patto di capire se Spalletti voglia ancora farne parte. O se la Roma abbia ancora intenzione di affidarglielo.
(La Repubblica – M. Pinci)
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