NOTIZIE AS ROMA KALINIC – Sarà una settimana importante, perché di fatto sarà quella che potrebbe dargli un lustro e una considerazione diversa. Perché con Edin Dzeko out domenica al centro dell’attacco della Roma ci sarà Nikola Kalinic. Già, proprio lui, l’uomo del contestatissimo gol (poi annullato) di Roma-Cagliari, il centravanti di scorta che nella Capitale divide un po’ tutti fin dal suo arrivo. Ora la possibilità di ricompattare l’ambiente ce l’avrà domenica prossima a Genova. Quando la Roma avrà bisogno anche di lui e, magari, pure di un suo gol.
Sostituire Dzeko non sarà facile, per quel che «pesa» Edin nel gioco di Fonseca e perché il bosniaco si è sempre dimostrato assolutamente prioritario nel sistema di gioco del portoghese. Senza pensare, ad esempio, che in questo primo scorcio di campionato Edin è il giocatore che ha tirato di più in porta (24 volte in tutto, una più di Chiesa e Zapata e due più di Cristiano Ronaldo e e Gomez). Ecco, con Kalinic molto probabilmente sarà una Roma diversa, perché il croato è abituato a giostrare in modo diverso al centro dell’attacco rispetto al bosniaco. Dzeko è più regista offensivo, spesso si abbassa anche per venire a giocare il pallone ed aprire spazi in cui possono inserirsi da dietro i compagni. Kalinic, invece, è più centravanti, gioca di più negli ultimi 15-20 metri di campo e si presta spesso alla sponda spalle alla porta.
Quel che conta, però, è che Kalinic sia riuscito finalmente a trovare una condizione fisica adeguata. Arrivato in netto ritardo di condizione (con l’Atletico Madrid praticamente non aveva fatto la preparazione), nelle sue prime apparizioni in maglia giallorossa ha denotato soprattutto un deficit da questo punto di vista. Le gambe faticavano ad andare, a girare. All’attaccante croato mancava la necessaria brillantezza fisica e, di conseguenza, anche la lucidità mentale. Perché poi nel calcio è sempre così, quando faticano le gambe alla lunga si annebbia anche la testa. È stato lampante nella sua prima uscita in giallorosso, contro l’Istanbul Basaksehir. Poi è andata un pochino meglio, ma l’impressione è che la forma migliore per il croato debba ancora arrivare.A caccia del gol
Del resto, anche la scorsa stagione con l’Atletico Madrid le occasioni per mettersi in mostra sono state poche. Alla fine Kalinic ha giocato 24 partite, di cui solo tre per intero e molte partendo dalla panchina (in tutto con una media di 45,4 minuti a gara). E anche le gioie personali sono state poche, con appena due reti nella Liga e altrettante nella Copa del Rey. Di queste due, tra l’altro, una è pure la sua ultima in assoluto, segnata al Girona il 16 gennaio scorso. Esattamente 9 mesi fa, troppo per aspettare ancora.
(Gazzetta dello Sport)
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