Monchi

(Il Messaggero) In pochi mesi Monchi si è calato anima e corpo nel ruolo di direttore sportivo della Roma e indubbiamente ci ha preso gusto: fissa obiettivi per il club, in poche settimane ha guadagnato la fiducia di Pallotta e non si sottrae al confronto schietto con i tifosi. L’ex dirigente del Siviglia ha risposto senza filtro alle domande dei supporter arrivate attraverso i social media della società: «Dobbiamo essere ambiziosi e credere di poter arrivare il più lontano possibile, anche se è ovvio che dobbiamo mettere i piedi per terra. Il primo obiettivo è la qualificazione alla fase successiva di Champions, da lì cominceremo a sognare». E a proposito di sogni, i tifosi non festeggiano un trofeo da 10 anni: «Spero di poter vincere il prima possibile. Lo dico dal primo giorno, è qualcosa che ho sempre in testa. Lo penso quando vado a letto e quando sono nel mio ufficio, è il mio leitmotiv: far sì che i tifosi romanisti possano gioire per un titolo».

TERZO MERCATO – Rifiutare offerte milionarie di club blasonati, è stata una delle tante difficoltà a cui Monchi ha fatto fronte in questi mesi di trattative: «Il mercato non è soltanto vendere o comprare calciatori. C’è un ‘terzo’ mercato che consiste nell’essere in grado di trattenere quelli importanti: De Rossi, Strootman e Nainggolan ne sono un esempio». È, però, il reparto difensivo quello che appare meno rinforzato: «Abbiamo constatato che con i cinque centrali presenti in rosa siamo coperti per disputare le tre competizioni. La squadra è sempre migliorabile, ma considerando le possibilità economiche, sportive e il numero di giocatori a nostra disposizione, abbiamo ritenuto di essere pronti. Karsdorp? Quattro, sei, otto settimane di stop non sono niente considerando i cinque anni di contratto». E se qualcuno considera uno spreco 23 milioni per Defrel dopo l’acquisto di Schick, Monchi replica: «Il termine sprecare non è appropriato, la cosa va letta diversamente: dobbiamo essere contenti di avere in squadra Defrel, Schick e Dzeko. Sono giocatori, soprattutto Patrik e Defrel, che possono ricoprire due ruoli diversi. Non c’è stato uno spreco di soldi». In chiusura una battuta su Totti e il nuovo ruolo da dirigente: «È come se stessi frequentando un master sulla Roma con il miglior professore sulla piazza».



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