Romelu Lukaku

AS ROMA NEWS MILAN LUKAKU – Dal Milan al Milan, è già passato un girone. Lukaku si guarda indietro e non rimpiange la scelta fatta in estate. È vero che la stagione ha preso una piega inattesa ma è ancora tutta da scrivere. Per lui e per la Roma. Domani torna a San Siro, casa sua. Sarà un altro derby (ai rossoneri ha segnato 5 volte in 9 partite) in pochi giorni e dopo aver perso quello romano, uscire sconfitto anche contro il Milan, gli garba poco. Tocca a lui risollevare la Roma, scrive Il Messaggero.

Con Dybala di nuovo fermo per un sovraccarico muscolare e in dubbio se partire o meno per Milano, Mourinho si aggrappa al suo gigante. Che a livello numerico non si smentisce: 8 gol in 16 gare in serie A che diventano 14 in 25 sommando Coppa Italia e Europa League. Eppure da un mese non sembra più lui.

Per carità, i gol non sono mancati (quello della qualificazione ai quarti di coppa Italia con la Cremonese, ad esempio) ma nelle ultime quattro gare Romelu ha faticato. A giocare spalle alla porta, a procurarsi spazi, a far salire la squadra, a favorire gli inserimenti dei compagni ma soprattutto a concludere in porta. È chiaro che la manovra asfittica della squadra non lo aiuta ma Big Rom aveva abituato anche a inventarsi i gol. Ci ha provato mercoledì, con una rovesciata al 97′ nel derby: troppo, anche per lui.

Domani il Milan chiude il ciclo terribile. Lukaku sembra stanco e non potrebbe essere altrimenti. Gioca sempre, Mou non ci rinuncia mai. Novanta minuti, sempre e comunque (a riposo soltanto contro il Bologna, perché squalificato dopo il rosso rimediato contro la Fiorentina) per un totale di 2036 minuti (recuperi esclusi) da quando è arrivato. Che si giochi contro la Juventus che contende lo scudetto all’Inter o con la Cremonese, quinta in serie B a 9 punti dal Parma capolista, rinunciare a Romelu per lo Special non è contemplato. A San Siro serve uno squillo, uno dei suoi.

Sinora nei big match ha inciso soltanto contro il Napoli. Poi ha deluso nei due derby, contro la Juventus e l’Inter. E il vecchio ritornello del belga che buca gli appuntamenti importanti, tanto caro ai suoi detrattori, è tornato a circolare. Per questo la sfida al Milan ha un’importanza doppia. Per la Roma, che deve uscire in qualche modo dal cupo post-derby nel quale è finita (ieri, dopo tanto tempo, affisso fuori Trigoria uno striscione dove i calciatori sono stati apostrofati come mercenari, non meritevoli d’indossare la maglia giallorossa) e per Romelu.

Se c’è una possibilità, flebile quanto volete, di provare in qualche modo a confermarlo (nonostante i 43 milioni del Chelsea sembrano ad oggi impossibili da soddisfare), è arrivare in Champions. E nonostante l’ottavo posto in classifica, i 29 punti sin qui racimolati (media 1,5), la proiezione finale a 58, il peggior girone d’andata dal 2004-05 e l’eliminazione dalla Coppa Italia, il quarto posto è lì, a portata di mano. Quattro punti sono nulla con 19 partite da giocare. Soprattutto se hai in rosa gente come Lukaku.



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