AS ROMA NEWS LUKAKU – A livello cestistico, per lo strapotere nell’area avversaria, ricorda ogni giorno che passa Shaquille O’Neal o per chi ha qualche anno in più, Darryl Dawkins, una vita nei Philadelphia 76ers e nei New Jersey Nets prima di chiudere la carriera in Italia, oscillando tra Torino, Milano e Forlì, scrive Il Messaggero.
Lukaku, però, si vede più simile a LeBron James: «Sono come lui, gioca da tanti anni e ha dovuto sopportare molte cose. Ma ogni estate lavora duro e smentisce tutti. Rispondo anch’io così, è il campo che parla». Provate a dargli torto. Da quando è arrivato a Roma segna con una frequenza che da queste parti è seconda soltanto al Batistuta del terzo scudetto: 5 gol nelle prime 6 presenze in A per Big Rom, 8 centri per l’argentino. Nel complesso però il belga è arrivato a 7 reti nelle prime 8 gare, una partenza che in carriera pareggia il primo anno all’Inter ed è seconda soltanto alla stagione 2017-18, quella allo United, quando dopo i primi 8 match segnò altrettanti gol.
Lukaku però non fa rima soltanto con gol. Ma con polemiche. E in estate tra il voltafaccia all’Inter, il (presunto) flirt con la Juventus e il colpo di scena finale con l’approdo alla Roma, di storie da raccontare ce ne sarebbero: «Non è ancora il momento – glissa Romelu dal ritiro della Nazionale – Parlerò a tempo debito, aspetterò il momento giusto. Ma se dicessi davvero come è andata, tutti rimarrebbero scioccati. La finale di Istanbul? I primi giorni dopo la sconfitta mi sentivo un po’ a disagio, ma la mia mente era fuori posto per quello che era successo nei giorni prima. Di questo parlerò più avanti».
Meglio quindi soffermarsi sull’attualità. Che si chiama Roma: «C’erano alcuni club in cui sicuramente non sarei andato. Sono stato onorato dell’interesse dell’Al Hilal, il club più grande del Medio Oriente. Il campionato lì diventerà uno dei più grandi al mondo, ma non volevo ancora lasciare l’Europa, non ero convinto. Poi mi ha chiamato la Roma. Devo ringraziare anche Nainggolan per aver dato il contatto al club. Mi ha informato molto bene sulla Roma e sui tifosi. Naturalmente ho avuto anche molte conversazioni con Mourinho prima di firmare. Ora penso soltanto alla nazionale e alla Roma. Le cose stanno andando bene».
Parlare di futuro è ancora presto. Anche perché il prezzo per l’eventuale riscatto con il Chelsea è già stato fissato a Londra: 37 milioni di sterline, l’equivalente di 43 milioni di euro. Ad oggi sembra una cifra improponibile per le casse giallorosse, limitate dai paletti del Fpp finanziario sino al 2027. Ma 8 mesi sono lunghi, le variabili numerose (la permanenza o meno di Mourinho, la partenza di Abraham, la qualificazione alla prossima Champions) e fasciarsi la testa al 12 ottobre, non avrebbe senso.
Meglio godersi Lukaku, arrivato come quello che avrebbe impiegato un po’ per entrare in condizione e che invece, dopo i primi 20 minuti con il Milan, ha sempre giocato con una regolarità impressionante: Azerbaigian (65 minuti), Estonia (58), Empoli (82), Sheriff Tiraspol (79), Torino (90), Genoa (90), Frosinone (90), Servette (63) e Cagliari (90). Totale: 9 gare, 707 minuti e 9 reti. Una a partita, una ogni 78,5 minuti. Impressionante. Come la precisione sotto rete. Nei 9 match in questione ha concluso 27 volte verso la porta avversaria e in 14 lo ha fatto centrando lo specchio. Con uno così, rincorrere un posto in Champions più che una speranza è un obbligo.
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