AS ROMA NEWS LUKAKU – La delusione di una vittoria mancata è almeno compensata da una centralità ritrovata: un gol, quel gol, apre spazi immaginifici davanti al futuro a dispetto di una classifica mortificante, scrive il Corriere dello Sport. Se la Roma aveva bisogno di Lukaku, anche Lukaku aveva bisogno della Roma dopo un’estate passata in penombra, tra i temporali emotivi di una squadra che non lo voleva più e altre che non riuscivano a trascinarlo via da Londra. E’ dunque comprensibile che, di ritorno dalla notte di Torino, prenda la parola per esprimere sentimento. La prende, sì, anche senza parlare.
Lukaku ha scelto un post muscolare, dall’impatto potente come le sue progressioni, per sfogare la rabbia compressa. Senza un unico bersaglio, ma con tanti indirizzi. «Mi hanno denigrato, questa è la fottuta verità». E insieme ha pubblicato una posa zen, per lasciare intendere che le settimane precedenti al trasferimento alla Roma hanno richiesto molta respirazione e molti esercizi di rilassamento. La frase è estrapolata da una canzone piuttosto aggressiva di un rapper francese, Niska, che nel testo di Batiment (Edificio) parla di droga e di morte, sostenendo in un altro verso che «la guerra è solo un piccolo dettaglio».
Ma Lukaku si concentra sul ritornello che sa di rivincita personale. In tanti, dal Chelsea all’Inter, non sono stati contenti del suo comportamento negli ultimi mesi. E in molti, anche in Italia, si domandavano quanto tempo avrebbe impiegato a mettersi in forma dopo essere rimasto ai margini per mesi. Invece ha segnato 3 gol in otto giorni in altrettante partite da titolare, dopo la doppietta regalata al Belgio durante la pausa.
In sostanza Lukaku, che per la prima volta ha giocato 90 minuti contro il Torino, viene da un filotto di quattro eventi consecutivi nei quali ha festeggiato 5 reti. Da quando ha potuto realmente incidere sui risultati – contro il Milan ha debuttato nel finale sullo 0-2 – la Roma ha raccolto due vittorie e un pareggio. E’ lecito pensare che se avesse cominciato il campionato, se Tiago Pinto lo avesse ingaggiato un paio di settimane prima, avrebbe portato qualche in punto in più a Mourinho.
E siccome per i centravanti i gol sono come le ciliegie – uno, due, tre, non saziano mai – Lukaku già fissa il prossimo obiettivo. Il Genoa tradizionalmente è un avversario propizio: con la maglia dell’Inter gli ha segnato già 6 gol in 4 partite, tutte vinte, in cui ha anche fornito 2 assist. A Marassi, nello specifico, ha fatto centro 3 volte in 2 visite incrociando il Genoa. I romanisti, che giovedì potranno tornare a viaggiare al seguito della squadra dopo due partite di fila vietate, si augurino che il loro nuovo totem si ripeta.
«Fa reparto da solo perché fa salire la squadra, ha un fisico incredibile» spiega Bruno Conti, che ieri ha presentato la sua Academy ad Anzio. Mourinho invece usa un aggettivo semplice per descriverlo: «Fantastico: non so se sia il più forte centravanti della Serie A ma io me lo tengo stretto». E ci mancherebbe altro. Il lato negativo della vicenda è che la Roma stia sviluppando una dipendenza. Ma è lui, Romelu, il primo a non desiderarla: domenica sera, dopo il pareggio di Zapata e il fischio finale di Guida, è uscito dal campo rabbuiato per l’occasione persa. I campioni poderosi e generosi sono così: gioiscono per i record personali ma privilegiano sempre gli obiettivi collettivi.
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