AS ROMA NEWS LUKAKU BELGIO MONZA – Quella fascia sul braccio è un segno di valore e rispetto all’interno del campo, ma soprattutto di responsabilità verso la squadra e i propri tifosi. In un certo senso, parlando di nazionali, anche di un’intera nazione, scrive il Corriere dello Sport.
Per questo motivo Romelu Lukaku è stato tanto apprezzato in Belgio per la sua leadership in uno dei momenti più difficili della sua carriera, quel lunghissimo intervallo della sfida contro la Svezia quando lo hanno informato dell’uccisione di due tifosi svedesi e di un attentatore a piede libero tra le strade di Bruxelles.
Molto difficile sicuramente è stato rendersi conto di aver segnato e festeggiato un gol nel terrore generale della sua nazionale, inconsapevole di quel che stava accadendo all’esterno dello stadio e di quello che poi sarebbe successo con il suo intervento da leader e capitano. Interruzione della partita voluta e concordata da lui, la sua squadra, e naturalmente la Svezia.
Big Rom si è dimostrato ancora un uomo dalle spalle enormemente larghe, che si è preso la sua nazionale in mano con personalità per guidarla nel momento più difficile nelle ore successive a quell’ormai incredibile primo tempo giocato al Re Balduino. Apprezzato dai media locali, elogiato dai tifosi e dal ct Tedesco che fin dal suo arrivo ha elogiato il suo centravanti e lo ha eletto vero trascinatore della sua nazionale.
Più o meno quello che ha fatto Mourinho con lui in giallorosso. Perché del resto Lukaku è a tutti gli effetti un campione in campo, e un leader anche nello spogliatoio. La figura che serviva per arricchire un gruppo di giocatori che aveva bisogno di una scossa dopo la finale persa a Budapest e un inizio di stagione tormentato da assenze e risultati negativi.
Questo pomeriggio Romelu varcherà nuovamente i cancelli del Fulvio Bernardini dopo aver beneficiato di un giorno di riposo per staccare la spina e riprendersi mentalmente da quella serata scioccante. Non avrà bisogno di un lavoro di scarico ma si concentrerà subito a lavorare con i suoi compagni di squadra, sotto la guida dello Special One che ha già sentito il giorno dopo la drammatica serata di Bruxelles. Testa alla Roma, al Monza, ai prossimi impegni che lo terranno concentrato sui fatti di campo e sul suo lavoro all’interno della squadra giallorossa.
Di certo non può essere contento di essere entrato nella top 10 dei calciatori più prolifici della storia delle nazionali (79 gol come Neymar) in un momento del genere, ma Romelu ha come obiettivo quello di riuscire a mantenere quella continuità realizzativa con la squadra di Mourinho per centrare gli obiettivi stagionali con il suo club. Delle chiacchiere sul passato Romelu ha voluto farne a meno, sottolineando dal ritiro della nazionale (una settimana fa) di aver chiuso il capitolo Inter, di aver dimenticato l’estate tormentata tra offerte e trattative saltate, e di non pensare alla gara del Meazza contro i nerazzurri, dove lo aspetterà un’accoglienza molto particolare.
Priorità al Monza, guidare la squadra alla quarta vittoria consecutiva e riuscire a scalare la classifica. Lui, da leader e trascinatore in campo e fuori. Il centravanti belga ha realizzato 7 gol nelle sue prime 8 presenze in giallorosso, con la prima partita (quella contro il Milan) giocata solo 25 minuti.
La sua media in questo momento è di un gol ogni 87 minuti giocati in tutte le competizioni con la Roma: è la sua migliore in carriera (considerando tutte le competizioni) da quando gioca (2011/12) nei maggiori cinque tornei europei. Monza, Slavia Praga e Inter: tre match nei quali Big Rom vuole fare la differenza. Per aiutare la Roma, rincorrere nuovi record ma anche a mettersi alle spalle giorni difficili non da giocatore ma da uomo e cittadino belga.
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